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Verdetto Antimafia, le reazioni di Ciotti: «Del Percio è candidabile e persona perbene»

BATTIPAGLIA. Dopo le dimissioni di Demetrio Landi (LEGGI QUI), arriva anche la reazione di Pietro Ciotti al verdetto Antimafia che ieri ha sancito i sette incandidabili solo nella città di Battipaglia (LEGGI QUI).

«Ci risiamo. La Commissione antimafia proclama i suoi resoconti. Non riscontra presenze tra i candidati al consiglio comunale e sindaci, presenze collegabili a fenomeni mafiosi, vengono invece fuori liste di impresentabili. Ma a cosa? A partecipare alle elezioni amministrative? Nulla può vietare ad un cittadino, persona perbene, la partecipazione a libere e democratiche elezioni, quando per la legge italiana risulta perfettamente candidabile. Fossero stati reati per cui la commissione è chiamata a svolgere il suo ruolo e a fare le liste di prescrizione, sarebbe cosa meritoria, così come noi abbiamo rivendicato e chiesto a tutti. Ma presentare una lista cosiddetta di impresentabili e, per quanto riguarda Geppino, accusato di fatti “di lieve entità” e finire in quella lista, diventa per noi incomprensibile, quasi un ostacolo alla partecipazione di una competizione libera e democratica in un Paese come la nostra città. La candidabilità di Geppino era e resta legittima.

Tutto questo accade a pochi giorni dal voto. Ci sembra di rivedere la medesima operazione tenutasi in occasione delle elezioni del Presidente della Giunta Regionale, un anno fa. Geppino è persona onorabilissima e rispettabilissima. Era ed è candidabile e lo abbiamo candidato. La Commissione antimafia doveva vagliare le posizioni dei vari candidati a consigliere comunale per fatti di mafia. Questo il suo compito.  La cosa non ci apparteneva e non ci appartiene, in quanto il nostro candidato Giuseppe Del Percio, Geppino, è a noi noto come persona perbene e stimata. Lo è da sempre lui e la sua famiglia battipagliese. E lo è anche per le norme di diritto.

Non si può indicare quale impresentabile una persona quando c’è un procedimento in corso su fatti di “lieve entità”, tra l’altro chiamato in causa in modo improprio e tardivo rispetto ai fatti che si sono consumati, fatti accaduti e registrati quando da anni non era più presente nei luoghi in cui si sarebbero svolti. I fatti contestati sono considerati “di lieve entità”, e mai fatti contro la pubblica amministrazione, tanto che  la stessa commissione Bindi indica la candidabilità del nostro Geppino» con questo comunicato, l’ex sindacalista chiarisce la sua posizione in merito al verdetto.

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