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Battipaglia, verso il ballottaggio: i due contendenti pronti a nuovi patti

BATTIPAGLIA. Smaltito il primo turno elettorale, la politica battipagliese guarda al ballottaggio del 19 giugno tra Gerardo Motta e Cecilia Francese. I candidati a sindaco sconfitti hanno avviato già da lunedì la fase dell’analisi del voto elettorale. Un momento delicato e di profonda riflessione per interpretare i numeri usciti dalle urne e per decidere se appoggiare uno dei candidati al ballottaggio o se, invece, abbandonare del tutto l’arena politica. Si partirà dal dato iniziale, che ha visto prevalere al primo turno Motta con 9.240 voti (30,48%) su Cecilia Francese, ferma a 7.017 preferenze (23,14%). Una differenza di circa 2.200 voti che non rilassa Motta e non preoccupa la Francese. La recente storia battipagliese, infatti, insegna che il turno di ballottaggio rappresenta una partita diversa dal primo turno.

Le ultime due elezioni amministrative, quelle del 2007 e del 2009, insegnano che il “ribaltone” è possibile. Sette anni fa, Motta arrivò al ballottaggio con il 42,78%, mentre Giovanni Santomauro si fermò al 39,86%. Al ballottaggio, però, vinse Santomauro con il 55,9%, mentre Motta portò a casa il 44,1%. Nel 2007, Fernando Zara sfiorò la vittoria al primo turno, fermandosi al 45,21%. Quasi dieci punti percentuali in più rispetto a Gennaro Barlotti (35,86%) che, tuttavia, vinse il turno di ballottaggio, ribaltando totalmente il dato di partenza. Barlotti fu nominato sindaco con il 53,57%, mentre Zara ottenne il 46,43%. E Motta, che ha già conosciuto il sapore della sconfitta al ballottaggio alle scorse elezioni amministrative (ma anche la vittoria, nel 2007, sostenendo Barlotti), sta caricando i suoi per evitare facili rilassamenti fino al 19 giugno.

Consiglieri e tradimenti

Motta e la Francese possono certamente contare, in virtù delle nuove regole elettorali, su una bassa probabilità di tradimenti politici dall’interno delle loro liste. Mentre alle scorse amministrative il consiglio veniva determinato quasi esclusivamente sui dati del primo turno – con piccole variazioni legate alla vittoria di uno dei due sfidanti al ballottaggio – questa volta le presenze in aula cambieranno parecchio rispetto all’esito del ballottaggio.

Su 24 consiglieri, escludendo i candidati a sindaco sconfitti che siederanno tra i banchi dell’opposizione, solo otto sono certi di un posto in consiglio: Renato Vicinanza, Luisa Liguori, Luigi D’Acampora, Alessio Cairone, Angelo Cappelli, Francesca Napoli ed Egidio Mirra. Le altre presenze dipenderanno dall’esito del ballottaggio.

Gli alleati al ballottaggio

Motta sembra certo di poter contare sull’appoggio diretto di Vincenzo Inverso e del Pd di Enrico Lanaro. In caso di sconfitta di Motta, e quindi di elezione a sindaco di Francese, Inverso non entrerebbe in consiglio. La presenza di Inverso, che ha ottenuto 1.452 voti (4,79%) è legata esclusivamente alla vittoria di Motta al ballottaggio. Per quanto riguarda Lanaro, il discorso è più complicato, ma porta comunque – almeno seguendo una linea teorica di opportunità politica – a un sostegno alla causa mottiana. In caso di elezione della Francese, la coalizione di Lanaro (4.813 voti per il 15,87% come candidato sindaco) otterrebbe due posti in consiglio: uno per lo stesso Lanaro e uno per Egidio Mirra (Pd). Con le dimissioni di Lanaro (più volte ha dichiarato che non sarebbe rimasto in consiglio), entrerebbe Giuseppe Salvatore (Movimento Pro Battipaglia). Con Motta sindaco al gruppo di Lanaro spetterebbero tre posti in consiglio: uno per Mirra, uno di diritto a Salvatore. Il terzo seggio toccherebbe, con le dimissioni di Lanaro, proprio al Pd. Nella fattispecie a Feliciana La Torre.

Diventa semplice pensare a un appoggio del Pd a Motta, rendendo pubblico un sostegno che, almeno parzialmente, nei fatti ha già rappresentato uno dei temi principali della campagna elettorale.

L’ago di Tozzi

Al di là di Lanaro e Inverso, il vero ago della bilancia elettorale sarà Ugo Tozzi. Forte dei suoi 5.903 voti (19,47%) e del terzo posto conquistato al primo turno, Tozzi è consapevole di una forza che, se messa a disposizione di uno degli sfidanti al ballottaggio, farebbe pendere la bilancia verso Motta o Francese. Da Tozzi non è giunta alcuna comunicazione ufficiale in tale direzione.

Una svolta dovrebbe giungere in settimana. Al momento, è molto più probabile che Tozzi decida di appoggiare la Francese, in ragione di una vicinanza politica tra due esponenti che portano in seno i simboli di Forza Italia e Fratelli d’Italia, ma anche per una oggettiva affinità di vedute su alcuni punti del programma elettorale. Difficile che Tozzi vada a sostenere una squadra, quella di Motta, dove troverebbe elementi del passato amministrativo da cui lo stesso Tozzi ha voluto nettamente prendere le distanze. Resta da valutare l’atteggiamento degli altri candidati a sindaco sconfitti. Pietro Ciotti, Riccardo Maria Cersosimo e Guglielmo Marchetta potrebbero semplicemente restare a guardare.

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