Cronaca

Supera il limite del reddito e perde la casa popolare: la storia

SALERNO. Perderà la casa popolare a Salerno in cui abita perché non ha i titoli per ottenere il beneficio concesso a chi si trova in condizioni economiche svantaggiate.

Supera il reddito e perde la casa popolare

È la storia di un cittadino salernitano che, dopo il parere negativo della commissione provinciale Assegnazione Alloggi dell’Istituto Autonomo Case Popolari, si era rivolto prima al Tar di Salerno e poi al Consiglio di Stato, senza che venissero riconosciute, in entrambi i casi, fondate le proprie ragioni.

I giudici d’appello della giustizia amministrativa hanno rigettato, definitivamente, il ricorso del cittadino. Lo riporta il quotidiano Il Mattino.

La vicenda

La vicenda ha inizio il 18 aprile di due anni fa. La prima commissione provinciale Assegnazione Alloggi dell’Iacp bolla con parere negativo l’istanza di regolarizzazione del rapporto locativo presentata dall’uomo.

L’11 maggio successivo, di conseguenza, lo stesso Istituto Autonomo Case Popolari respinge la domanda del salernitano e lo diffida a rilasciare l’immobile. Alla base della motivazione, il superamento del limite reddituale familiare per l’anno 2012, così come previsto da una legge regionale.

Di fatto, sostiene la commissione, l’alloggio sarebbe stato detenuto senza titolo. A quel punto, l’uomo propone ricorso al Tar di Salerno. In quell’atto, il difensore chiede che venga condivisa la motivazione secondo la quale il limite reddituale debba ripetersi per due anni consecutivi, non essendo sufficiente il superamento di quel limite per un solo anno.

I giudici di Largo San Tommaso d’Aquino, però, non sono d’accordo. Anzi, dicono che «per la regolarizzazione delle occupazioni sine titulo di un alloggio» di edilizia residenziale pubblica, la legge regionale richiede «il possesso in capo agli occupanti dei requisiti, tra cui quello reddituale, non posseduto dal ricorrente».

Contro questa decisione, assistito dal suo difensore, l’uomo si è rivolto al Consiglio di Stato, che ha confermato la pronuncia del Tar.

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