CronacaInchiesta

Camerota: una bufera giudiziale colpisce l'ex sindaco e quello attuale, 5 indagati

MARINA DI CAMEROTA. Nuove problematiche per il Comune di Camerota. I carabinieri della locale stazione, diretti dal luogotenente Massimo Di Franco, su ordine del procuratore capo Giancarlo Grippo del tribunale di Vallo della Lucania, hanno avuto modo nei giorni scorsi di verificare e conseguentemente comunicare al sindaco di Camerota Antonio Romano, al vice segretario comunale Antonio Troccoli e ad altri tre amministratori comunali un avviso di conclusione delle indagini preliminari che presenta la nomina illegittima del vice segretario comunale per abuso d’ufficio e falsità ideologica emessa da pubblico ufficiale.

Affermano i magistrati nel capo di imputazione che durante il periodo legato alla Giunta del 2012, Domenico Ciorciaro (attuale assessore all’Istruzione), Marco Garofalo, Orlando Laino (attualmente passati nelle fila dell’opposizione) e il sindaco Romano sono accusati di abuso d’ufficio. Gli inquirenti hanno accusato gli amministratori di aver assunto a tempo determinato Antonio Troccoli (già sindaco di Camerota) impiegato inizialmente (a Palazzo di Città) e successivamente destinato a incarichi di rilievo nella pianta organica comunale, ricoprendo così “in maniera illeggittima” funzioni di responsabile degli “Affari Generali” e del “Contenzioso” e addirittura di vice segretario comunale, con trattamento equiparato alla categoria D6.

Il procuratore Grippo si pronuncia sulla nomina di Troccoli, affermando: «sostenitore del Romano e genitore di un consigliere comunale di maggioranza (Ciro Troccoli, attualmente assessore all’Ambiente all’interno dell’Amministrazione comunale)» sarebbe stata effettuata «in violazione dell’articolo 97 della Costituzione Italiana e dell’articolo 3 della legge 241 del 7 agosto 1990, senza una valutazione comparativa sulla professionalità del personale in servizio». E la vicenda s’infittisce quando, al primo cittadino Romano, viene contestata dalla procura cilentana, l’accusa di falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale, quando, in qualità di sindaco, ha esposto una firma al contratto di lavoro a tempo determinato di Antonio Troccoli «in data antecedente a quella reale».

Fonte: La Città

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