Cronaca

Contadino omicida: colpo di spugna all'imputazione dalla Cassazione

Secondo la corte di Cassazione l’omicidio non sarebbe stato intenzionale: la suprema corte ha cassato anche le aggravanti della crudeltà e dei futili motivi invocati dalla Corte Assise d’Appello di Potenza, già descritti dal Gup di Sala Consilina. Il contadino omicida aveva colpito il suo vicino con una grossa pietra e, accortosi dell’omicidio, legò il cadavere al proprio cavallo per gettarlo in una scarpata, dove lo sotterrò grossolanamente.
Secondo la Cassazione è logico il ragionamento della difesa: l’omicida aveva incontrato casualmente la sua vittima e, casualmente, lo ha colpito con efferatezza alla testa fino ad ucciderlo: se avesse premeditato l’omicidio, ragionano i giudici, non avrebbe usato un sasso qualsiasi. Così, continuano i togati, non avrebbe usato crudeltà nel trascinare il malcapitato col proprio cavallo: era morto e non intendeva infierire sulla vittima.
Il giudizio, quindi, si dovrà ripetere al cospetto della Corte d’Assise di Salerno.

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