Cronaca

Crisi idrica in provincia: il razionamento non basta, riattivati anche vecchi pozzi

Il razionamento non basta, la crisi idrica continua a farsi sentire su tutta la provincia di Salerno. A darne notizia Il Mattino. Le chiusure notturne e alle volte anche pomeridiane che dovrebbero consentire l’accumulo nei serbatoi non è sufficiente, in particolare nella Piana del Sele e nel Cilento.

In vista dell’arrivo di settembre, periodo considerato di maggiore magra, e con agosto ormai alle porte, è evidente la necessità di nuove fonti idriche. Già presentata in precedenza la richiesta di utilizzare vecchi pozzi, la Regione sembra pronta a predisporre un provvedimento specifico.

«Il razionamento dell’acqua, insieme ad una gestione oculata da parte degli enti idrici fa sì che ci troviamo in una situazione di disagio, ma non emergenziale – dice Geppino Parente, commissario dell’Ato Sele – L’utilizzo di sorgenti minori non attivate in condizioni normali, tuttavia, potrebbe essere utile e necessario per attenuare la crisi, soprattutto a settembre, il momento di maggiore magra delle fonti, quando la crisi sarà più acuta».

Un calo del 30-40% d’acqua che potrebbe essere ammortizzato dal recupero di un 10-15% grazie alla riattivazione di queste fonti minori. Una pezza temporanea in vista delle fine di questa torrida estate. Altro provvedimento dirigenziale in fase di emanazione prevede, inoltre, la possibilità da parte degli acquedotti di rilasciare meno acqua nei fiumi rispetto ad oggi ed utilizzarla a fini idropotabili. La riduzione di deflusso vitale non minerebbe la vita nei fiumi.

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