Cronaca

Droga da Salerno alla Piana del Sele, il pentito: “Il carabiniere ci avvisava su possibili indagini”

Processo al clan Pecoraro Renna per il traffico di droga da Salerno alla Piana del Sele: il pentito rivela che il carabiniere li avvertiva in caso di possibili indagini su di loro.

“Un carabinieri ci avvisava se c’erano indagini su di noi”: parla il pentito

“G. D. M. partecipava alle nostre riunioni, ai cavalli di ritorno e ci passava informazioni”. Dito puntato del collaboratore di giustizia Sabino De Maio, ex affiliato al clan Pecoraro – Renna contro il cugino, carabiniere in servizio presso una stazione dei Picentini.

È stato un fiume in piena, ieri in udienza, il collaboratore di giustizia che da mesi sta ricostruendo l’assetto del clan Pecoraro – Renna e le attività illecite che avevano posto in essere sul territorio dei Picentini e della Piana del Sele.

Sabino De Maio ha spiegato, in videoconferenza, che il clan deteneva sei piazze di spaccio (Acerno – Monteorvino – Bellizzi – Pontecagnano – Salerno e Battipaglia) affidate, ognuna ad una persona di fiducia. Su tutte poi sovrintendevano lui ed i fratelli Enrico e Sergio Bisogni.

Talvolta, ha precisato il collaboratore, il sodalizio si incontrava presso il “Barbiere”, ovvero da Raffaele Mogavero, fratello di Francesco anche egli affiliato al clan Pecoraro – Renna. Sabino De Maio ha precisato che”dal Barbiere” si riunivano solo per parlare, fare riunioni, ma che lo stesso non c’entrava assolutamente nulla con il sodalizio.

Apparteneva, invece, al gruppo, stando a quanto raccontato dal collaboratore di giustizia, il papà di Francesco. Un’appartenenza che aveva di base l’obiettivo di far decollare la società di trasporti su gomma dei Mogavero. Le accuse peggiori Sabino De Maio le ha riservate per il cugino carabiniere – infedele.

L’appartenente alla benemerita avrebbe assunto comportamenti tali da favorire l’intero gruppo capeggiato dai Bisogni e da De Maio. Secondo quanto riferito dal collaboratore di giustizia G.D.M. avrebbe partecipato ai cavalli di ritorno posti in essere.

“Ogni tanto ma non sempre gli facevamo qualche regalo in soldi. Inoltre, accedeva ai terminali dell’Arma al fine di farci sapere se vi erano in atto delle indagini o altre cose contro di noi”. Insomma, illimitate avrebbe tenuto sempre al corrente il cugino ed i suoi collaboratori su quanto stavano facendo le forze dell’ordine.

E, sempre secondo il collaboratore, il militare talvolta partecipava anche alle loro riunioni. Successivamente, a Sabino De Maio sono state mostrate una serie di foto.

Nel riconoscere i soggetti ritratti non ha lesinato di aggiungere dei commenti per ognuno. L’udienza, cominciata intorno alle 13 di ieri, è terminata alle 16 circa ed è stata aggiornata al prossimo 16 luglio.


Pina Ferro

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