Cronaca

Eboli, area ex Apoff, Cariello: ipotesi di utilizzazione a fini sociali e produttivi

EBOLI. Il giorno dopo le operazioni di sgombero dell’intera area (leggi qui), è già tempo di guardare al futuro e disegnare un’utilizzazione possibile per l’ex fabbrica Apoff.

La struttura confiscata alla criminalità organizzata dovrà essere inserita in un piano di utilizzazione a fini sociali e produttivi, ipotesi sulla quale il sindaco di Eboli, Massimo Cariello, richiama l’attenzione di tutti.

«Abbiamo già avviato una serie di rapporti e colloqui, a breve avremo anche un incontro con l’Agenzia per il Demanio, affinché si studi la possibilità di dare immediatamente una soluzione per la struttura confiscata prima, e liberata dall’occupazione irregolare dopo».

Cariello ha una priorità chiara: «Occorre innanzitutto individuare le risorse necessarie per la rimozione dell’amianto presente e la conseguente bonifica dell’area. In questo momento le strutture dell’ex Apoff, proprio per la presenza di amianto, sono una vera bomba ecologica nel cuore della Piana del Sele». Il sindaco di Eboli ha ben chiara anche la strategia per dare risposte alla questione: «Chiedo un incontro con l’Agenzia per il Demanio, con l’obiettivo di ricercare subito le forme di rilancio della struttura di Eboli. Solo in questo modo eviteremo che quell’area possa diventare anche in futuro un ghetto senza regole e senza vivibilità. Eboli metterà in campo ogni impegno possibile, come abbiamo già fatto in altre occasioni e per altre strutture. Restituire alla fruibilità di tutti un bene confiscato è un obiettivo straordinario, che segna il ritorno delle regole ed il ripristino della legalità».

Infine, il primo cittadino di Eboli ritorna sull’operazione dell’altro giorno. «L’ho già detto il giorno stesso dello sgombero, ma voglio ripeterlo: dobbiamo dire tutti grazie alle forze dell’ordine che hanno operato. Così come mi sento di ringraziare nuovamente il Prefetto di Salerno, che ha organizzato l’azione di sgombero al meglio, ponendo grande attenzione per le persone, in questo modo umanizzando un’operazione di polizia e rendendo dignità a chi ha operato ed a chi è stato allontanato».

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