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Eboli, Erminio Funaro e Rosa Coppola vincitori del contest fotografico “Dalle 3 alle 3”

EBOLI. Sabato 8 novembre, nello spazio espositivo di “Ebart”, si è svolta la serata finale del contest fotografico “Dalle 3 alle 3”, organizzato dall’associazione culturale “…per Eboli”. Mostra fotografica, premiazione e djset/vjset a cura dell’associazione “Conception”: questi gli ingredienti dell’evento che ha chiuso questa terza edizione. In esposizione nel laboratorio creativo, posto nel cuore del centro storico, i progetti dei tredici partecipanti giunti in finale: Francesca Lanzara, Armando Di Lorenzo, Stefania Faccenda, Alessandra Greco, Paola Desmet e Alessandra Magno, Monica Reppuccia, Irene Brancaccio e Christian Mirra, Milena Inghilterra e Vita Bergamo, Ida Pili. Menzione d’onore al più giovane partecipante al concorso, Christian Caputo, 10 anni, con i suoi 12 scatti ha raccontato la sua città, attraverso le sue principali passioni. Il premio social, invece, è andato a Vittoria Fonsa, che, giunta da Potenza, lo scorso 20 settembre, nel corso delle 12 ore in cui si è svolto il contest, ha postato il maggior numero di foto per raccontare i momenti della sua esperienza di scoperta della nostra città. Sul podio tre splendidi progetti fotografici. Al terzo posto, Manuele Altieri con il progetto dal titolo “Dietro”; al secondo posto, il progetto “Hands” realizzato da Mariapia Fresolone; al primo posto, Erminio Funaro e Rosa Coppola. “Uno, due, tre… scatta!”: questo il progetto vincitore scelto dalla giuria del contest presieduta quest’anno dal fotografo Rosario Rizzo. Uno sguardo indietro nel tempo, per riscoprire i ludici passatempi della nostra infanzia, quelli di una generazione volata in fretta, i cui ricordi si svelano e rivivono in semplici cose. Sullo sfondo Eboli: “grembo di madre, cornice di giochi fatti con poco, ma ricchi di fantasia”. Un’edizione quella di quest’anno che ha rinnovato lo stretto legame dei giovani con la propria città, alla quale, “ripetendo a memoria il saluto di Pulcinella ai suoi spettatori; si inchinano metaforicamente per ringraziarla di averci fatto crescere stretti nell’abbraccio delle sue strade, dei suoi vicoli e delle sue piazze”.

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