Cronaca

Cimiteri salernitani, «Illegalità diffusa» e collusioni: la denuncia di Assomarmo

«I Comuni e la polizia cimiteriale intervengano per contrastare l’illegalità diffusa nei camposanti in Campania. Le imprese funebri, diventati in alcuni casi un vero e proprio cartello [cartello, in economia, è un accordo tra più produttori indipendenti di un bene o un servizio (anche illegali, come un cartello della droga) per porre in esse delle misure che tendono a limitare la concorrenza sul proprio mercato, impegnandosi a fissarne alcuni parametri quali le condizioni di vendita, il livello dei prezzi, l’entità della produzione, le zone di distribuzione, ecc., n.d.r. ], stanno mettendo in ginocchio le aziende che lavorano il marmo e gli artigiani del settore. Anche grazie all’aiuto di impiegati comunali e custodi compiacenti.

In molti casi le imprese che detengono, in determinati Comuni, il monopolio delle onoranze impongono ai marmisti di vendergli i propri manufatti a prezzi stracciati. Chi si oppone resta, spesso, tagliato fuori. In associazione, nel 2016, sono arrivate decine di denunce di concorrenza sleale e di violazione sulla legge regionale del luglio 2013 relativa alla conduzione dei camposanti. Una norma che pochi Comuni, su 575, hanno rispettato.

I casi di illegalità sono i più svariati. Nel salernitano ci è stato segnalato che alcune imprese funebri avevano lasciato che altre persone applicassero sulle lastre di marmo i caratteri che compongono i dati anagrafici dei defunti. Un’operazione totalmente illegale dalla quale traeva profitto soltanto l’impresa che risparmiava, così, sui propri costi. L’applicazione dei caratteri sulla lapide, infatti, spetta al marmista che, in questo caso, pur di lavorare, resta attaccato al giogo della ditta che impone le proprie regole. Molti di questi lavori sono stati fatti anche da operai della ditta che gestisce la distribuzione di energia elettrica all’interno del cimitero i quali si arrotondavano lo stipendio con questo doppio lavoro retribuito, naturalmente, in nero.

Sempre nel salernitano, a Castel San Lorenzo, invece, un’impresa ha esposto un volantino pubblicitario con l’elenco dei servizi offerti nella bacheca del cimitero. Un fatto, questo, che è stato denunciato in associazione anche dalle altre ditte del settore che operano sul territorio in quanto viola gravemente la legge regionale del 2013 che vieta qualsiasi tipo di operazione pubblicitaria o di marketing all’interno del camposanto.»

Nota di Federico Greco, presidente dell’associazione nazionale Assomarmo.

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