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Le Poste chiudono dieci uffici tra Salerno e provincia

Non convince affatto il nuovo piano industriale di Poste italiane. E, soprattutto, non è stata accolto sicuramente con un fragoroso applauso, anzi con una sonora contestazione, il progetto di rimodulazione degli uffici postali. Che a Salerno e provincia prevede la chiusura di dieci uffici, su un totale di 304, mentre per altri 16 è stata prevista una razionalizzazione. Che, tradotto in soldoni dal burocratese, vuol dire apertura per soli tre giorni durante la settimana.

Insomma in alcuni paesi, in particolar modo del sud della provincia, appartenenti da un punto di vista societario alle filiali di Sala Consilina e di Salerno, recarsi agli sportelli postali diventerà un vero e proprio lusso. O, perlomeno, significherà, a partire dal 13 aprile, quando dovrebbero andare in vigore le nuove disposizioni, dover percorrere diversi chilometri per usufruire dei servizi e per trovare l’ufficio postale più vicino. Perciò sindacati e personale sono sul piede di guerra e hanno chiesto l’aiuto e il sostegno anche dei sindaci dei centri interessati dai tagli. Si è solo all’inizio della lotta ma si sta già formando un fronte comune per cercare di fermare la rimodulazione degli uffici postali. Anche perché, secondo alcuni, il provvedimento non sarebbe in regola con la normativa vigente.

Ad avanzare perplessità è soprattutto il segretario provinciale della Slp-Cisl, Marco Vincenzo, che avanza diversi dubbi. «Non si è tenuto conto – spiega – delle disposizioni emanate dall’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni. E non è stato adottato nemmeno un criterio logico».

E questo in quanto, come rimarca Vincenzo, «si è chiuso l’unico sportello presente in alcuni paesi, mentre si è preferito mantenere aperti ben cinque uffici in altre località». Misteri aziendali per un servizio che dovrebbe essere “universale” ma che, invece, negli ultimi tempi sembra essere diventato sempre più di nicchia, in particolar modo per alcuni settori di Poste e telecomunicazione che, a detta di dipendenti e utenti, farebbero acqua da tutte le parti. In questo caso in particolare, a detta del rappresentante della Cisl, la sforbiciate sarebbero state date a casaccio, senza peraltro nemmeno consultare i sindacati. Che hanno ricevuto il documento a giochi oramai già fatti.

«È un piano – rincara la dose Vincenzo – che non tutela e non rispetta affatto i lavoratori, tantomeno i clienti, concepito unilateralmente e senza nessuna concertazione con i sindacati». L’ascia di guerra, dunque, è stata disotterrata e, a questo punto, comincia il percorso per «contestare e contrastare – chiosa Vincenzo – mi auguro assieme ai primi cittadini interessati dai tagli, non solo un abuso ma pure un’offesa ai cittadini». I sindacati, del resto, hanno già cominciato a portare avanti le prime iniziative, per ora solo attraverso assemblee con i dipendenti. Ma la protesta potrebbe anche diventare ben più corposa e sfociare pure in azioni eclatanti. Anche la segreteria Slc della Cgil Salerno, infatti, ha posto i primi e insormontabili paletti nei riguardi del piano industriale, durante l’incontro con l’azienda. «Abbiamo ribadito – sottolineano il segretario generale Salvatore Cicalese e la segretaria di Slc Poste Ilaria D’Ambrosio – di non condividere il piano. E annunciato che ci attiveremo per aprire un tavolo di confronto tra Poste italiane, sindaci e sindacato, per impedire la realizzazione di questo progetto e per evitare ulteriori disagi ai lavoratori e ai cittadini più deboli».

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