Il mandarino, un toccasana anche per la salute mentale
SALERNO. Dopo l’arancia, nemica giurata non solo del raffreddore, ma anche del colesterolo, c’è un altro agrume che non potrà mancare nelle nostre diete nei prossimi mesi invernali. Si tratta del mandarino.
La storia
La pianta, come si sostiene tra gli esperti, è originaria della Cina tropicale, e la sua etimologia è identica al nome dato agli antichi funzionari politici imperiali (e alla relativa famiglia di lingue) in quanto questi erano vestiti con un mantello arancione. La coltivazione del frutto arrivò in Europa soprattutto in Portogallo e in Spagna, dove cominciò a diffondersi intorno al XV secolo.
Le proprietà
Al di là delle disquisizioni storiche – spiega Giovanni D’Agata, presidente dello Sportello dei Diritti – è un frutto che vanta un’enorme quantità di proprietà benefiche per il nostro corpo: a partire dalla sua buccia, capace di ritardare l’invecchiamento della pelle, nonché mediante oli essenziali di calmare l’ansia, sedare l’insonnia e al contempo combattere la ritenzione idrica. Il mandarino, inoltre, è ricchissimo di vitamina C, un alleato prezioso per il corretto funzionamento del nostro cervello, ma possiede anche un numero importante di fibre, carotene, vitamine del gruppo B e vitamina A, oltre a tanto ferro, magnesio e acido folico. Per tale ragione ogni mandarino è un autentico toccasana per l’intestino e l’apparato digerente in generale.
Curiosità
Inoltre, una piccola curiosità del mandarino che in pochi conoscono: a differenza di tanti altri frutti, i semi del mandarino non solo sono commestibili, ma regalano un importante surplus di vitamine. La polpa dei mandarini, infine, previene il raffreddore e aiuta a mantenere elastici i vasi capillari; la vitamina P, invece, è un alleato prezioso contro la ritenzione idrica, favorendo il processo di diuresi.