Cronaca

Nocera, tradisce la moglie e si separa: no alle trattenute sullo stipendio

NOCERA INFERIORE. Doveva essere una causa «semplice» per la moglie tradita. Una di quelle in cui avrebbe ottenuto tutto: casa, mantenimento, assegno familiare e anche una sorta di «risarcimento», pari a 150mila euro, giustificata come «convivenza matrimoniale».

Il divorzio

Come racconta Il Mattino, così almeno era stato deciso da un giudice in fase di separazione. Ma questa volta i giudici della prima sezione civile di Nocera Inferiore presidente Gustavo Danise, a latere Raffaella Coppola e Enzo Faracchio hanno scelto diversamente.

Entrambi, inoltre, secondo il dispositivo dei magistrati, dovranno condividere le spese legali.

Una storia come tante, quella di un padre separato la cui condizione economica viene a mutare e che è costretto a cedere gran parte del suo stipendio di dipendente Asl alla moglie. Una storia di padri separati alla soglia della povertà, come tante. Una famiglia che si sfascia, un’attività imprenditoriale che viene ceduta, una situazione patrimoniale che cambia.

La causa

Probabilmente anche dall’esito scontato a favore del coniuge tradito, ma che l’avvocato matrimonialista Alba De Felice è riuscita a vincere ottenendo l’applicazione e il riconoscimento delle nuove norme in difesa.

A lui, in pratica, restavano soltanto 183 euro mensili per vivere. Oltre che la casa coniugale che la donna aveva lasciato assieme ai figli quando ha scoperto l’ex marito in atteggiamenti di intimità con la domestica ucraina.

I giudici, però, hanno ribaltato completamente la precedente situazione eliminando il cospicuo assegno di mantenimento fissato al momento della separazione alla consorte e concedendo soltanto ai figli quanto necessario per il loro sostentamento. E non solo. Essendo i figli maggiorenni, una quota parte del denaro viene data dal padre direttamente a loro.

Ma non solo. I giudici hanno rigettato la richiesta di addebito.

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