Omicidio ad Eboli, il figlio aveva manie di persecuzione: i fendenti fatale sferrati alla gola e l’arresto

Vincenzo Santimone è stato arrestato per l’omicidio del padre commesso nella serata di martedì, 5 marzo, ad Eboli. L’uomo, da ieri mattina ristretto nel carcere di Fuorni, ha ucciso il padre colpendolo con un coltello da cucina molte volte. Almeno cinque le coltellate tra la gola e il torace ma il cadavere di Riccardo, 76enne ebolitano, presenta anche altre ferite da arma da taglio.

Omicidio ad Eboli: arrestato Vincenzo Santimone

Nella mattinata di ieri, mercoledì 6 marzo, il figlio della vittima è stato trasferito nel carcere di Salerno accusato di omicidio. L’uomo sarebbe finito in manette subito dopo aver ucciso il padre dai carabinieri intervenuti in casa: è stato trovato infatti ancora con le mani insanguinate e sul pavimento il coltello con cui ha colpito il padre. L’arma è stata sequestrata. Sigilli anche all’appartamento. La madre e moglie della vittima è stata condotta in ospedale ed è già stato disposto il trasferimento in una Rsa.

I fendenti fatali alla gola

Secondo le prime informazioni, ad essere fatali al 76enne ebolitano sono state le coltellate inflitte alla gola. Tra cinque e dieci i colpi inflitti alla gola e al torace ma si aspetta l’autopsia per chiarire quanto avvenuto. Il delitto si sarebbe consumato al culmine di una lite tra padre e figli. Non si conoscono ancora i motivi della lite.

I problemi di Vincenzo

Vincenzo soffriva di patologia psicologiche ma nessuno, nemmeno i familiari, avrebbero mai immaginato un simile scenario. “Qualche anno fa – ha detto il sindaco Conte – Vincenzo Santimone si è recato al dipartimento di igiene mentale ad Eboli ma poi non ha seguito le prescrizioni mediche. Ho parlato con i familiare e mi hanno riferito che soffriva di manie di persecuzione. Ai nostri assistenti sociali non sono mai giunte richieste di aiuto o di assistenza specifica altrimenti sarebbero intervenuti, magari con la giusta assistenza la tragedia non sarebbe avvenuta”.