Pagani, omicidio Sindaco Torre, parla la moglie di Cutolo: "Marcello ucciso dalla politica, non da mio marito"

PAGANI. Immacolata Iacone, moglie di Raffaele Cutolo, in un’intervista alla Tv Svizzera Italiana ha dichiarato che non fu il capo della NCO (Nuova Camorra Organizzata) ad ammazzare l’ex sindaco di Pagani, Marcello Torre: “Di quella morte, Raffale non ha colpe. Fu la politica che lo ammazzò. Volevo farmi capire dalla famiglia, mio marito è il capro espiatorio di tutto”.

Tra le altre cose, la donna parla anche della trattativa Stato-camorra: «Mio marito sa molto sul caso Moro. In quel periodo poteva molte cose, ma gli ordinarono di non intervenire». E rilancia sul caso Cirillo: «Fu il momento in cui lo Stato cercò l’intervento dell’anti-Stato, questo mi ha sempre detto mio marito. Hanno capito che Cutolo avrebbe liberato il signor Cirillo. Però all’epoca non fu mai sentito in prima persona».

Una scia di sangue che si è fermata alla cella di Don Raffaele. Al destino da pluriergastolano però non si è mai sottratto, dopo che oltre 20 anni fa sembrò sul punto di saltare il fosso. «Sta scontando la sua pena con dignità. Se avesse voluto uscire – dichiara la moglie – avrebbe fatto il juke-box».

Iacone racconta del regime a cui è sottoposto il boss. «Il suo 41 bis è isolamento totale, non può vedere nessuno né parlare con le guardie. Ci sono limiti anche per la biancheria. Non più ricevere lettere da nessuno, all’infuori di quelli che vanno a colloquio. Salta anche l’ora d’aria. Se per respirare un’ora deve farsi perquisire e sottoporsi a controlli umilianti, preferisce stare in cella”. Dei suoi 74 anni, 51 li ha passati in galera. Tranne l’anno di latitanza tra il ’77 e il ’78. Sono 36 gli anni in isolamento totale per associazione a delinquere e per un numero imprecisato di omicidi. Anche quello di Marcello Torre. “Di quella morte Raffaele non ha colpa – sostiene Immacolata. Volevo farmi capire dalla famiglia. Mio marito è il capro espiatorio di tutto».

FONTE: SALERNONOTIZIE.IT