Economia

Ripple: l’anti-Bitcoin che piace anche alle banche

In queste ultime settimane si parla moltissimo di Bitcoin e criptovalute in generale. Forse, però, non tutti hanno notato che, mentre tutto il clamore mediatico è focalizzato attorno alla criptomoneta più nota, Ripple ha guadagnato il 36 mila per cento in un anno!

Sull’onda del Bitcoin, infatti, sono nate tutte le altre monete simili e tra queste c’è Ripple. Naturalmente, molte non hanno la stessa fama della prima criptovaluta, nata ormai quasi 10 anni fa, ma a conti fatti se ne potrà sentire parlare spesso da questo momento in poi. Il Ripple, infatti, si sta facendo strada, con una rivalutazione pari al 36.018% e questo dettaglio la rende una delle criptovalute da prendere in considerazione. Per capire il perché si deve sottolineare che prima di Natale valeva 29 miliardi: ad oggi ne vale 85! Una scalata importante se si guardano i numeri e che piace anche alle banche.

Perché? È facile da spiegare. Dietro Ripple c’è una società californiana, che ne ha accertato la paternità. Si tratta, nello specifico, di una start-up molto attiva da questo punto di vista, che negli ultimi anni è entrata nelle grazie di diversi gruppi bancari, ottenendo anche dei cospicui sovvenzionamenti. Questo rende questo strumento più controllabile del Bitcoin ed è proprio per questo motivo che l’ascesa di Ripple, in questo momento, non viene in alcun modo osteggiata da nessun istituto bancario! Del resto, non si tratta di un qualcosa di rivoluzionario e anonimo come la maggiore delle criptovalute. Sappiamo bene che il Bitcoin ha lo scopo principale di sfuggire al controllo di ogni tipo di autorità monetaria, mentre per Ripple non si può dire la stessa cosa.

Attenzione, però, perché non è tutto oro quello che luccica. Le due criptovalute hanno un punto in comune: sono facili prede della speculazione finanziaria e a supporto di quanto appena dichiarato si può proprio portare l’improvvisa ascesa di Ripple. Ecco, quindi, che così come è accaduto per i Bitcoin, anche in questo caso, da qui a breve, si potrebbe assistere a un crollo.

A questo punto, ci si deve domandare se fare degli investimenti in criptovalute non sia, e non lo diventerà ancora di più da qui a breve, qualcosa per chi ama il cardiopalma e l’adrenalina. A primo acchito la risposta potrebbe essere affermativa, dato che stiamo assistendo a delle mirabolanti ascese e a dei crolli che si fanno sentire. Tuttavia, come sempre accade quando si affronta un discorso di questo tipo, l’analisi va essenzialmente approfondita. A tal proposito, quindi, è sempre molto importante cercare di capire di cosa si sta parlando e, per farlo, ci si deve affidare a degli esperti del settore, gli unici in grado di dare sostegno per eventuali investimenti e per spiegare al meglio il quadro generale della situazione. Molti, oggi come oggi, parlano di criptomonete, ma non tutti sanno esattamente con cosa si ha a che fare.

Pertanto, il rischio che c’è dietro l’angolo è quello di andare a buttarsi alla cieca in un investimento ad alto rischio, che potrebbe portare con sé non pochi problemi. Se ci si domanda se convenga o meno investire in criptovalute, se si tratta di un trend destinato a morire per sempre, la cosa migliore da fare è rivolgersi a chi di competenza: abbiamo preso spunto dalla guida del blogger salernitano Davide Marciano di affarimiei.biz, in modo da avere le idee chiare prima di mettere mano ai propri risparmi per acquistare Bitcoin o Ripple che siano! Solo in questo modo, si potranno valutare i pro e i contro, andando a decidere se, come e quando investire, così da non rischiare troppo. In un settore come questo, è estremamente importante valutare bene i pro e i contro.

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