Salerno, il Turno della Salute di Cgil, Cisl e Uil: “In Campania si muore di piĆ¹”
SALERNO.Ā Lāospedale modello, lāassistenza perfetta, la normalitĆ : come testarli?
Ci hanno pensato i sindacati istituendo il āTurno della Saluteā.
Le funzioni pubbliche di Cgil, Cisl e Uil della provincia di Salerno nella giornata di domani, venerdƬ 22 dicembre 2017 a partire dalle 9.30 all’ospedale “Ruggi d’Aragona” di Salerno, hanno invitato medici ed infermieri a dare la giusta assistenza ai cittadini concentrandosi in un unico turno di lavoro.
Uno sforzo, le cui iniziative saranno illustrate allāinterno di un gazebo informativo allestito allāinterno del āRuggiā, per dimostrare ai vertici della sanitĆ regionale quale sia il reale numero di operatori necessari per garantire il servizio pubblico.
āLa vertenza della sanitĆ salernitana, e piĆ¹ in generale campana, deve arrivare sui tavoli nazionali perchĆ© qui non si parla, se non basterĆ questa mobilitazione allora andremo direttamente dal ministro che ha messo nelle mani del commissario De Luca la delegaā, spiegano Pasquale Addesso della Cgil Fp Salerno, Pietro Antonacchio della Cisl Fp Salerno e Biagio Tomasco della Uil Fpl Salerno.
I sindacati, dunque, lanciano tutti insieme la vertenza sanitĆ prima del nuovo anno denunciando le condizioni in cui sono costretti a lavorare gli operatori sanitari e le difficoltĆ dei cittadini.
Al turno della Salute si arriverĆ attraverso una mobilitazione che partirĆ con un primo gazebo allāospedale di Salerno e in tutte le altre province campane per informare i cittadini.
āDal commissario ci aspettavamo un cambio di passo che non cāĆØ stato. Invece siamo allāAsl zero.
De Luca pensa solo ad inaugurare reparti, spostarli presso lāospedale del Mare e installare manifesti in cui pubblicizza numeri che sono lontani dalla realtĆ , hanno detto i tre sindacalisti.
āI cittadini si devono rendere conto che sono di serie B perchĆ© in Campania il sistema non raggiunge i livelli medi di assistenza sanitaria, dunque si muore di piĆ¹ che in altre regioni e ci si ammala di piĆ¹.
E spesso a rinunciare alle cure poi sono sempre i piĆ¹ deboli.
Negli ultimi anni la sanitĆ pubblica ha perso 16mila posti di lavoro e con il blocco della assunzioni siamo costretti ad assistere a contare oltre 5mila professionalitĆ che per lavorare sono costretti ad andare fuori regione o rivolgersi ai privati incentivando di fatto quella sanitĆ , la media ĆØ di 3mila domande per 10 posti di mobilitĆ ā.