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Salerno, il segretario Radicale Donato Salzano in sciopero della fame

SALERNO. Dalla mezzanotte dello scorso martedì, Donato Salzano segretario dell’associazione “Maurizio Provenza” di Salerno entra in sciopero della fame a sostegno del Satygraha condotto da Rita Bernardini per la riforma dell’ordinamento Penitenziario. Una lotta non violenta che Salzano definisce gandhiana e in difesa dello stato di diritto.

Lo sciopero di Salzano

Uno sciopero cominciato a pochi giorni da un’elezione che lo stesso segretario dell’associazione “Provenza” definisce “elezione farsa” ed illegale. Queste le dichiarazione di Salzano rilasciata poche ore fa: “nel caravanserraglio di promesse fantastiche in questa campagna elettorale illegale di ennesime elezioni altrettanto illegali, salta fuori come in un fiume carsico, sempre inaspettata e imprevedibile, la forza e lo scandalo dell’essere speranza di una lotta nonviolenta e gandhiana condotta da quei Radicali da sempre silenziati e scostumati che preferiscono al vincere spartitorio, il convincere, un vincere-con, se non insieme a chi, al vilipeso e defraudato Stato di Diritto. SPES CONTRA SPEM!”

Oltre a Salzano e a Rita Bernardini che è in sciopero da 31 giorni duranti i quali alterna alla fame anche la sete, ci sono tanti altri esponenti della società civile e politica che si sono spesi per una riforma dell’ordinamento penitenziario.

Figure di spicco come l’ex ministro Claudio Martelli e il leader dei Radicali Lucani Maurizio Bolognetti.

Oltre alle 10mila adesioni tra cittadini detenuti e a piede libero.

Il governo lo scorso dicembre ha approvato una bozza d’attuazione della delega parlamentare con decreto legislativo in sei parti: assistenza sanitaria; semplificazione dei procedimenti; eliminazione di automatismi e preclusioni nel trattamento penitenziario; misure alternative; volontariato e vita penitenziaria. Si spera anche nei decreti mancanti, in tema di lavoro, affettività, ordinamento penitenziario minorile, misure di sicurezza e giustizia riparativa.

La lotta è sostenuta anche dall’Unione delle Camere Penali, da numerosi giuristi, intellettuali e accademici, tra gli altri Guido Calvi, Giuseppe Di Federico, Aldo Masullo, Giandomenico Caiazza, Beniamino Migliucci, che hanno sottoscritto un appello al governo.

 

 

Enrico Marotta

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