Cronaca

Salerno, traffico reperti Isis: la Procura apre un'indagine

SALERNO. Sul traffico internazionale di reperti archeologici dell’Isis l’ombra della camorra e della ‘ndrangheta.

Questo è quanto scoperto dall’inviato de La Stampa, Domenico Quirico, nella sua inchiesta sulle rotte dei reperti saccheggiati. Il traffico di reperti archeologici depredati dall’Isis e commercializzati in tutto il mondo passa per la Costiera amalfitana. Una piccola macelleria nelle frazioni alte di Vietri sul mare sarebbe il punto di riferimento per esaminare le antichità portate via dall’Iraq, dalla Siria, dal Libano, dall’Egitto.

La Procura di Salerno, diretta da Corrado Lembo,  ha avviato un’indagine.

La vendita dei reperti archeologici sarebbe uno dei modi che gli estremisti islamici dell’Isis adottano per reperire denaro da destinare all’acquisto delle armi dalla mafia russa. E a fare da intermediari e da venditori sarebbero proprio esponenti appartenenti alla cosche calabresi, precisamente quelle di Lametia Terme. Acquirenti e venditori, inoltre, si darebbero appuntamento in un noto hotel di Vietri mentre la merce da vendere giungerebbe nel porto di Gioia Tauro dalla Turchia, prima di fare tappa in Costiera.

Il giro di affari generato dal traffico di reperti archeologici da parte degli islamisti, secondo l’Unesco, sarebbe di circa 250 milioni di dollari.

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