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Salerno, un abusivo si racconta: «non ho mai chiesto soldi»

SALERNO. «A chi si avvicina dico: fai tu! Non ho mai detto a nessuno quanto darmi e mai lo farò. Se sono qui è perché ho realmente bisogno di lavorare e in tanti anni, chi mi conosce, ha imparato a fidarsi di me e mi vuole bene». Questa è la storia di Antonio (un nome di fantasia), parcheggiatore abusivo che risulta essere una garanzia per molti automobilisti e non solo. In genere chi parcheggia è solito allungare un euro o forse due e lui ringrazia sempre con umiltà e rispetto.

Questa persona lavora nove ore al giorno e, nonostante non dirà mai quanto guadagna al mese, afferma: «nei giorni migliori si può arrivare a fare anche 50 euro in quattro ore». Non poco, «ma non sempre. Ci sono giorni che dopo otto nove ore di lavoro torni a casa anche con scarsi 20 euro». E poi, con il fatto che la strada è riservata alla sosta dei residenti, «di posti realmente liberi non ce ne sono tanti». Ad Antonio però questo lavoro basta, perché garantisce alla sussistenza a lui e alla sua famiglia. 49 anni, uscito con le sue stesse mani da una triste storia di droga, sposato e padre di un figlio di 18 anni che studia all’Alberghiero («e guai se smette di farlo»). Invalido e cardiopatico «nella mia vita ho fatto molti mestieri. Ma alla fine un po’ per ragioni di salute un po’ per mancanza di chiamate, mi sono ritrovavo sempre disoccupato».

Queste storie di disagio sono molto presenti nella città di Salerno e la sua non è seconda a quella di tanti altri «ma non mi sono mai fatto prendere dallo sconforto. Anche con la febbre o con i dolori alla schiena, sono sempre sceso a lavorare perché ho sempre sentito il peso della famiglia». E non solo, «non ho mai ceduto a nessun tipo di tentazione facile, capiscimi».

Eppure il buon Antonio, il lavoro, quello vero, lo ha sempre cercato, partecipando anche al movimento dei disoccupati. Quelle battaglie per il lavoro che in città si sono consumate alla fine degli anni ’90 e che portarono a molte persone ad avere un posto fisso alle partecipate del comune. «Facemmo 480 ore di corsi di aggiornamento e ottenemmo anche una qualifica. Ma per molti di noi non c’è stata mai la possibilità di “prendere un posto”».

Non è un mestiere facile. «Multe? Sì un paio» tuttavia fanno parte dei rischi, così come c’è il rischio di trovarsi dinnanzi l’ex sceriffo Vincenzo De Luca, che un tempo ebbe modo di assistere ad una delle sue sceneggiate storiche. «È capitato sì. Una sola volta e non è stato piacevole. Le sue parole mi fecero male. Per quanto io continuavo a dirgli che lo facevo per poter dare da mangiare alla mia famiglia e che non aggredivo nessuno; lui continuava a dirmi che non gli fregava nulla». Alla fine, come in tutte le favole che si rispettano, «furono i residenti del quartiere, anche molti professionisti, che si chiamarono il sindaco da parte e gli fecero capire chi ero».

Non ama parlare dei suoi “colleghi” «ognuno ha le sue ragioni per fare questo mestiere io non m’impiccio. Ma quando queste strade erano piene di romeni e polacchi ubriachi, che per un euro erano disposti ad aggredirti, chi ha evitato rogne siamo stati noi, allontanando questa gente». Non c’è un “controllo” delle zone «forse capita allo stadio o ancora in litoranea davanti alla discoteche, ma in città no». E se uno non paga? «È un rischio. È capitato. Alla fine si confida nel buon cuore…».

(LEGGI ANCHE –> http://salerno.occhionotizie.it/cronaca/salerno-parcheggiatori-abusivi-infestano-la-citta/)

(Fonte: La Città)

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