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Scandalo elezioni politiche, 3mila voti comprati: il servizio de “Le Iene”

«Una compravendita di 3.000 voti a Colonia, in Germania, documentata da un filmato esclusivo, ripreso 4 giorni fa con una candid camera. E il filmato ha dell’incredibile».

Elezioni politiche: 3mila voti comprati

Le Iene tornano a colpire e pubblicano sul loro sito il servizio che fa seguito a altri quattro servizi sulla “possibilità di brogli con il voto degli italiani all’estero grazie alla testimonianza di ‘cacciatori di plichi’, ovvero cacciatori di schede ancora da votare.

«Purtroppo da allora non è cambiato nulla e nessuno è intervenuto. Anzi, secondo le nostri fonti, la situazione – si legge nella nota della trasmissione – è addirittura peggiorata: le schede non vengono solo raccolte con il ‘porta a porta’ ma vengono pure comprate quelle stampate direttamente dalle tipografie. La truffa, ai danni dei diritti politici di tutti, coinvolgerebbe anche alcuni consolati.

Con cifre economiche e di numero di voti che spaventano».

«C’è stata una battaglia fino all’ultimo sangue perché era tanta la concorrenza però i miei risultati li ho portati lo stesso», dice a Le Iene il “cacciatore di plichi” che avevamo già sentito e che con queste elezioni avrebbe guadagnato, soltanto lui, 3.350 euro».

«Per carità – avverte la redazione del programma Mediaset – il rischio che si tratti delle sparate di qualche imbroglione c’è sempre. Noi però questa volta ci siamo infiltrati in una vera e propria trattativa e l’abbiamo documentata. Oggetto di scambio: 3.000 voti. Stasera in onda potrete seguire tutti i passi della compravendita. Questo è quello che abbiamo trovato noi, in una sola città e in soli due giorni. E a questo punto sono troppe le domande aperte».

«Quante situazioni come questa ci sono state in giro per il mondo per queste elezioni? È possibile che un candidato all’estero possa comprarsi la sua elezione? Avevamo già denunciato lo scandalo: perché non è stato fatto niente per evitare questa vergogna? Soprattutto, mentre si vota ancora: è democrazia questa?», domanda la nota diffusa ad urne ancora aperte.

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