Curiosità

Le sirene nel golfo di Salerno che ammaliarono Ulisse

Si è consumata sulle acque del Golfo di Salerno la storia di Ulisse che si fece incatenare all’albero maestro per non ascoltare il canto delle sirene.

La storia narrata da Omero continua ancora oggi a emozionare, il dramma di Ulisse che cerca disperatamente di tornare dalla sua amata Penelope.

Ulisse e le sirene

Ulisse ascoltando i consigli della maga Circe si dirige verso l’Ade, l’oltretomba dei Greci, nei pressi del lago d’Averno. Portò un montone nero e lo uccise per dissetare le anime dei morti e continuò il suo viaggio. Qui incontra le anime dei compagni che avevano combattuto la guerra di Troia, Agamennone, Aiace, Patroclo, Antiloco, Achille, Anticlea sua madre. Arriva dall’indovino Tiresia, che gli predice la lotta contro i Proci, lo invita a prestare attenzione alle vacche del dio Iperione e gli annuncia una morte lontana dalla patria.

Ulisse turbato scappa via e riprende il suo viaggio verso la Sicilia, arrivato nel Golfo di Salerno ode un melodioso canto seducente era arrivato nell’isola delle sirene, la loro voce ammaliava i marinai, che nel tentativo di afferrarle le seguivano a nuoto e perivano per annegamento.

Le sirene nella mitologia greca

Omero non descrive l’aspetto delle sirene ma si sofferma solo sulla capacità di ammaliare gli uomini. Nella mitologia greca le sirene non erano rappresentate come noi oggi le conosciamo, ibrido donna – pesce, l’aspetto delle sirene era di tutt’altra natura.



Apollonio Rodio nel racconto di Giasone e gli Argonauti descrive le sirene con la testa di donna e il corpo di uccello. Pare che i marinai non fossero attirati dalle sirene per i melodiosi canti ma perché, le sirene, dichiaravano di sapere molte cose. Gli uomini quindi si infrangevano con le navi sugli scogli per la smania del sapere.

L’incontro di Ulisse con le sirene

Nel libro XII, ai versi 39-46, Omero descrive così il canto delle sirene abitanti di un’isola disseminata di cadaveri in putrefazione:

“Tu arriverai, prima, dalle Sirene, che tutti
gli uomini incantano, chi arriva da loro.
A colui che ignaro s’accosta e ascolta la voce
delle Sirene, mai più la moglie e i figli bambini
gli sono vicini, felici che a casa è tornato,
ma le Sirene lo incantano con limpido canto,
adagiate sul prato: intorno è un mucchio di ossa
di uomini putridi, con la pelle che raggrinza “

Ulisse udì le sirene e si ricordò dei consigli della maga Circe, ordinò ai suoi compagni di turare le orecchie con della cera e di remare qualunque cosa fosse accaduta. Ulisse fu legato all’albero maestro per ascoltare il loro canto e non seguire le melodiose promesse.

“Così cantavano modulando la voce bellissima, e allora il mio cuore voleva sentire, e imponevo ai compagni di sciogliermi, coi sopraccigli accennando; ma essi a corpo perduto remavano. E subito alzandosi Perimede ed Euriloco nuovi nodi legavano e ancora più mi stringevano”.

“Vieni, celebre Odisseo, grande gloria degli Achei,
e ferma la nave, perché di noi due possa udire la voce.
Nessuno è mai passato di qui con la nera nave
senza ascoltare con la nostra bocca il suono di miele,
ma egli va dopo averne goduto e sapendo più cose “

“Quando alla fine le sorpassammo, e ormai né la voce più delle Sirene udivamo, né il canto, in fretta la cera si tolsero i miei fedeli compagni, e dalle corde mi sciolsero”

Il golfo di Salerno

Secondo una leggenda il golfo di Salerno era abitato da tre sirene Partenope, Leucosia e Ligeia. Il loro canto era sottile un persuasivo strumento di seduzione, in un legame tra amore e morte. Attendevano le navi per ammaliare i marinai che nell’ascoltare facevano infrangere le navi sugli scogli ed erano sbranati dalle sirene.



Ulisse legato alla nave non seguì le promesse delle sirene e la nave proseguì nel suo viaggio. Dopo il passaggio le Sirene, umiliate e indispettite, si gettarono in mare e furono trasformate in scogli.

Bertolt Brecht in “La menzogna di Ulisse” analizza l’incontro di Ulisse con le Sirene. Brecht sostiene che le Sirene negarono il loro canto a Ulisse, rifiutandosi di sprecare la loro arte per un uomo meschino che non poteva cedere al loro canto e che, in realtà, finse di sentire la loro voce di miele. È il disprezzo che fa decidere loro di non offrire la propria arte a chi pretende di saggiarla senza esserne sedotto.


Isola di Licosa, Castellabate

Isole Li Galli, Positano

Virgilio, colloca l’isola delle Sirene, raccontate da Omero in un gruppo di scogli a sud della penisola di Sorrento, le isole Li Galli, un arcipelago appartenente al comune di Positano. Altri storici sostengono che si trattasse dell’isola di Licosa promontorio frazione del comune di Castellabate.



Qualche decennio indietro sono stati casualmente rinvenuti nelle acque delle Sirenuse, isole Li Galli, numerosissime marre di piombo, anfore ancora colme di vino, olio, garum da cui fu poi creata la famosa colatura delle alici di Cetara

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