Cronaca

Truffa da 150 milioni col sistema dei certificati bianchi: arrestati titolari di due società salernitane

Arrestati titolari della Greensaving e Verde Energia: sono accusati di truffa ai danni dello Stato per 150 milioni

Sono stati arrestati titolari della Greensaving Verde Energia, accusati di truffa aggravata, autoriciclaggio e reati fiscali. In particolar modo, la Guardia di Finanza del Comando Provinciale di Salerno ha eseguito una ordinanza applicativa della misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti di:

  • Pasquale Funicelli, rappresentante legale della Verde Energia S.r.l.,
  • Gerardo Bubolo, rappresentante legale della Greensaving S.r.L.
  • Luigi Funicelli, amministratore fatto della Greensaving S.r.l. e della Verde Energia

Scatta la misura interdittiva del divieto di contrarre con la pubblica amministrazione per Celeste Funicelli, socia della Greensaving S.r.L. e della Verde Energia S.r.L. Il provvedimento, emesso dal GIP di Salerno su richiesta di questa Procura della Repubblica, ha ad oggetto varie ipotesi delittuose, tra le quali quelle di truffa aggravata, autoriciclaggio e reati fiscali. Con il medesimo provvedimento è stato disposto il sequestro preventivo dei beni riferibili a varie società, per un valore pari ad oltre 10 milioni di Euro.

Truffa e autoriciclaggio, arrestati titolari della Greensaving Verde Energia

Secondo quanto ritenuto dal Giudice le indagini, eseguite dalla Tenenza di Battipaglia, hanno permesso di acquisire elementi gravemente indizianti, nel quadro accusatorio, in ordine ad una ingente frode ai danni dello Stato posta in essere attraverso i cosiddetti certificati bianchi (TEE – Titoli di Efficienza Energetica). Il meccanismo dei certificati bianchi, entrato in vigore nel 2005, è il principale strumento di promozione dell’efficienza energetica in Italia e prevede che, le aziende distributrici di energia elettrica e gas con più di 50mila clienti finali, debbano raggiungere ogni anno determinati obiettivi di risparmio energetico.

Esse possono adempiere a tale vincolo realizzando progetti di efficienza energetica a cui consegua il diritto ai “certificati bianchi”, oppure acquistando i certificati stessi da altri operatori del settore, le cosiddette Energy Service Company (E.S.Co.), società che realizzano progetti finalizzati alla riduzione dei consumi di energia. Il Gestore dei Servizi Energetici S.p.a. (GSE), azienda a partecipazione pubblica, riconosce sia alle ditte distributrici che alle E.S.Co. un controvalore in certificati in misura corrispondente al risparmio di energia derivante dagli interventi realizzati. I certificati sono poi liberamente scambiabili sul mercato dei Titoli di Efficienza Energetica a cura del Gestore dei Mercati Energetici S.p.a. (GME). Il meccanismo termina con la presentazione annuale dei certificati bianchi presso il GSE da parte delle imprese distributrici; in tal modo, quest’ultime dimostrano il raggiungimento degli obiettivi di risparmio prefissati e, contestualmente, maturano il diritto all’ottenimento di un contributo tariffario in denaro da parte della Cassa per i Servizi Energetici e Ambientali (CSEA).

L’entità del contributo pubblico erogato dalla Cassa corrisponde al valore di mercato dei “certificati bianchi” scambiati. Secondo la prospettazione accusatoria ritenuta allo stato fondata dal G.I.P. il sistema di frode rilevato nel corso delle indagini, si articolerebbe nel seguente modo due società E.S.Co., con sede a Campagna, avrebbero attestato al Gestore dei Servizi Energetici S.p.a. (GSE), esibendo falsa documentazione tecnico-amministrativa, la realizzazione di una serie considerevole di interventi finalizzati al risparmio energetico in realtà. mai eseguiti, per un importo totale pari ad oltre 150 milioni di euro.

Il provvedimento

Sulla base delle attestazioni effettuate, le E.S.Co. hanno indebitamente ottenuto l’assegnazione di certificati bianchi, di cui una parte negoziata sul mercato elettrico gestito dal GME (Gestore dei Mercati Energetici S.p.A.), per un valore di circa 7,3 milioni di euro. Le somme illecitamente percepite sono state quindi in parte autoriciclate in terze società nonché nell’acquisto di immobili, ed in parte reimpiegate attraverso la complicità di soggetti economici terzi.

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