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Villa d’Ayala, la piccola Versailles della valle del Sele

C’è una villa ancora troppo poco conosciuta, da oltre due secoli nel comune di Valva di trova la Villa d’Ayala. Sotto il monte Marzano, a confine con l’ente riserve Sele Tanagro sorge una piccola Versailles.

Il paragone è forse azzardato ma il progetto della villa e dei giardini fu ideato da Giuseppe Maria Valva alla fine del Settecento.

Giuseppe Maria Valva [1752 – 1831] fu un fedele consigliere di Ferdinando I di Napoli [1751 – 1825] lo nominò sovrintendente di tutte le strade e i ponti del Regno di Napoli.

Ideatore de “La via del grano” la strada Eboli Atella che collegò la Basilicata e la Puglia con il tirreno, promuovendo commercio e agricoltura, fu commissario Visitatore nelle province del Regno allo scopo di punire i rivoltosi della Rivoluzione Napoletana del 1799. Fu, inoltre, Cavaliere dell’Ordine di Malta e di quello di Costantinopoli. Morì a Salerno, senza eredi, e fu sepolto nella cattedrale di San Matteo.

Una piccola reggia di Caserta

Non è escluso che Giuseppe Maria Valva volle costruire a Valva una piccola reggia di Caserta.

La reggia di Caserta fu ideata dal padre di Ferdinando, Carlo Sebastiano di Borbone [1716 – 1788] che volle realizzare una maestosa struttura, una reggia che potesse reggere il confronto con quella di Versailles.

Giuseppe Maria Valva assunse i migliori botanici del regno, giardinieri e floricoltori. L’idea era accrescere la bellezza della villeggiatura estiva ed è grazie a lui che giunge fino ai giorni nostri quella piccolo paradiso.

Il nipote del Marchese Giuseppe Maria, Don Francesco Saverio d’Ayala, ereditò il feudo ed i beni, proseguì il progetto della villa di Valva migliorandola e ingrandendola, raggiunse il massimo splendore intorno al 1867.

Entrare in villa è un ritorno nel tempo, pare vedere le nobili donne che giocano nei giardini ornati di statue.

Antonio Cuozzo attende i visitatori e Donato Torsiello è il “Cicerone” che ci accompagna indietro nel tempo fino all’antica Grecia. È impossibile non immergersi nella storia, Donato con tono pacato si sofferma sotto ogni statua del primo giardino, sotto quella delle quattro stagioni di un artista del 1764 Antonio Pagano collocate in modo non casuale agli angoli del giardino, al centro la dea Diana e il cervo, vestita solo dei calzari e accanto il suo arco. Poco piu avanti c’è la Chiesetta della Madonna del Fileremo.

I giardini sono posizionati su diversi livelli l’ingresso del castello è accompagnato dalle tre Grazie, muse di Donatello Gabrieli artista fiorentino.

Attraversando il portone del castello troviamo un altro giardino con una fontana con acqua zampillante.

Sulla facciata del castello gli stemmi della casate nobiliari imparentati con i D’Ayala, altri rilievi marmorei rappresentano le coppie di Paolo e Francesca, Lancillotto e Ginevra. All’interno restano delle opere bronzee e numerosi dipinti di particolare interesse storico e la sala delle armi.

Salendo all’ultimo livello c’è il Teatrino di Verzura, osservano nascosti fra le siepi statue, un pubblico di busti scolpiti, le quali sembrano rapite dalla bellezza circostante, un luogo suggestivo circondato da 18 ettari di bosco, quercie, lecci, magnolie ed aceri che quasi come un esercito silenzioso pare controllare e conservare una storia che ancora oggi è poco conosciuta. I giardini della Villa d’Ayala a Valva, insieme ai giardini della Reggia di Caserta, dei giardini di Ravello sono i più belli del sud Italia.

All’interno della villa è possibile ammirare anche la mostra fotografica del sisma del 1980.

Le foto

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