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Il cammino di San Matteo diventa itinerario religioso: 22 Comuni coinvolti nel salernitano

Il cammino di San Matteo unisce il Cilento alla città di Salerno seguendo quello che fu il percorso delle spoglie dell’Evangelista nella loro traslazione. Ben ventidue i comuni coinvolti, per circa 230 chilometri, con le cinque tappe documentate della sosta del santo a Velia, Casal Velino Marina, Rutino, Capaccio e Salerno.
Tutto ha inizio nella Translatio sancti Matthei apostoli et evangeliste, opera di un ignoto monaco del monastero di S. Benedetto di Salerno in cui si racconta che nel 954, una pia donna di nome Pelagia ebbe in una visione notturna l’apparizione del Santo Matteo.

Come racconta InfoCilento, questi, nell’esortare a far ricercare dal figlio, il monaco Atanasio, le sue spoglie, indicava che le avrebbe trovate ove erano le rovine di antiche terme di Velia sotto un altare marmoreo ricoperto da rovi. Rinvenuto il corpo del santo, Atanasio tentò di portare le reliquie a Costantinopoli, ma il suo proposito venne vanificato per ben due volte da violente tempeste marine.

Pertanto, constatata l’avversità divina, il monaco nascose le reliquie in una chiesa non molto distante dalla sua cella, nella località “ad duo flumina” nell’attuale Casal Velino Marina e da qui traslate poi a Salerno. Il riconoscimento della Regione Campania a itinerario religioso ha dato merito soprattutto al gruppo di preghiera dei “Fedeli di San Matteo”, guidato dal presidente Alfonso Grieco, che a sue spese ha proceduto prima alla ristrutturazione della cappella Ad Duo Flumina, nel 2012, e poi all’ideazione del percorso religioso, spendendosi in tantissime attività caritatevoli e di preghiera.

Il 7 giugno scorso il presidente Grieco ha incontrato a Roma il Santo Padre a cui ha portato in dono la riproduzione e dell’immagine di San Matteo. Papa Francesco colpito dalla bellezza del quadro, ha ascoltato con interesse la storia del dipinto custodito in una terra che ha dato i natali al Cardinale Guarracino da cui è stato ordinato Vescovo e visibilmente commosso ha detto che “la Cappella di Casal Velino era posto da vedere”.
“Molto si deve fare ancora fare – dice Grieco – ma il primo passo verso la completa riqualificazione e la crescita di un percorso di pellegrinaggio religioso è stato fatto”. Il cammino di San Matteo è stato realizzato in collaborazione con l’Università di Salerno e le due diocesi di Vallo della Lucania e di Salerno attraverso i rispettivi vescovi: monsignor Ciro Miniero e monsignor Luigi Moretti.

Il percorso parte da Velia dove le spoglie dell’evangelista Matteo giunsero, intorno al V secolo, e vi rimasero sepolte per circa quattro secoli. La seconda tappa è a Casal Velino dove le spoglie mortali di San Matteo furino ospitata e nell’attuale chiesetta di San Matte. Il percorso continua a Rutino dove il vescovo Giovanni di Paestum e la sua delegazione, nel viaggio di ritorno verso Capaccio, pernottarono nella chiesa di San Pietro, oggi accorpata nel perimetro del cimitero. A memoria di ciò fu costruita una chiesa dedicata a San Matteo, oggi scomparsa.

Nel centro abitato esiste una fonte detta “di San Matteo” che, come ricorda un’iscrizione, sgorgò misteriosamente per dissetare i portatori delle sacre reliquie. La quarta tappa è nella chiesa cattedrale di Caputaquis (Capaccio) dove furono deposte le spoglie dell’evangelista Matteo, prima della loro traslazione a Salerno. L’imponente complesso sacro, che con la sua mole domina l’intera piana del Sele, fu costruito intorno al IX secolo. Scampata alla distruzione di Capaccio Vecchia, voluta da Federico II nel 1247, la chiesa di Santa Maria Maggiore assunse, dopo il XIV secolo, il titolo di Santa Maria del Granato. Traslate da Capaccio, per sottrarle alle incursioni dei Saraceni, le reliquie del Santo, giungono a Salerno il 6 maggio 954 dove troveranno definitiva sistemazione nel Duomo.

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