Cronaca

Cava de’ Tirreni, il monumento di Mamma Lucia trasformato in panchina e pattumiera

Cava de' Tirreni, imbrattato il monumento dedicato a Mamma Lucia. Cittadini chiedono un intervento immediato

Rabbia a Cava de’ Tirreni dove il monumento dedicato a Mamma Lucia in piazzetta del Purgatorio è stato imbrattato di rifiuti di ogni genere. Sono stati i cittadini a segnalare l’incresciosa situazione, chiedendo un immediato intervento da parte delle autorità competenti come riportato dall’edizione odierna del quotidiano Il Mattino.

Cava de’ Tirreni, imbrattato il monumento dedicato a Mamma Lucia

Ogni sera, l’opera verrebbe utilizzata come panchina dove giovani – e non solo – consumano gelati, alcolici e quanto altro, lasciando i resti sul marmo. Un cittadino spiega: “È una vergogna usare il monumento come una panchina ed imbrattarla con ogni tipo di rifiuto, ho sempre temuto che potesse finire così”.

Ecco perché è necessario correre ai ripari in tempi rapidi: “Bisognerebbe mettere una recinzione per non farla rovinare e installare una vera e propria panchina. Se si continua così dovremo raccoglierne i pezzi e non è assolutamente giusto per rispetto alla memoria di Mamma Lucia”.

In merito è intervenuto anche Nunzio Senatore, vicesindaco della cittadina metelliana: “Ci sono persone che anziché custodire e proteggere quanto di bello c’è nella nostra città si divertono ad imbrattare con rifiuti un monumento che ricorda un personaggio così importante per tutti noi”.

Chi era Mamma Lucia

Maria Lucia Apicella, nata Pisapia e conosciuta anche come Mamma Lucia (Cava de’ Tirreni, 18 novembre 1887 – Cava de’ Tirreni, 27 agosto 1982), è stata una filantropa italiana e medaglia d’oro al merito civile della Repubblica italiana per essersi prodigata, subito dopo la seconda guerra mondiale, a dare sepoltura alle salme dei soldati tedeschi. Nata e vissuta a Sant’Arcangelo di Cava de’ Tirreni, era una madre di famiglia che viveva esercitando l’attività di fruttivendola.

Nel mese di settembre 1943, durante lo sbarco a Salerno (anche denominato in codice “Operazione Avalanche”) si ebbe l’approdo di un gran quantità di forze alleate sulle coste salernitane. Una delle strade obbligate per le colonne anglo-americane, che puntavano a occupare rapidamente Napoli è l’attuale SS 18, che passa proprio nella valle di Cava. Proprio lì centinaia di caduti tedeschi, a causa della relativamente rapida avanzata degli angloamericani su Napoli, rimasero insepolti e/o abbandonati sui campi di battaglia intorno a Cava de’ Tirreni.

Lucia Pisapia, che era una donna religiosissima, sentì il dovere cristiano di dare sepoltura ai resti dei soldati tedeschi. Dopo avere assistito alla scena in cui alcuni bambini prendevano a calci il teschio di un soldato e dopo un sogno premonitore, nel quale otto soldati tedeschi la imploravano di consegnare i loro corpi alle rispettive madri, Mamma Lucia (questo fu il nome che le venne affidato) si dedicò con amore materno a ritrovare i resti dei militari caduti e a ricomporli in cassette di zinco. Il suo obiettivo era quello di restituire le salme alle loro madri o di consentire loro un facile ritrovamento delle stesse.

Song’ tutt’ figl ‘e mamma era la semplice, ma lapidaria risposta di quella donna umile e forte a un tempo, a chi le diceva di lasciar perdere, che non valeva la pena di sprecare tempo e denaro, ma soprattutto di correre quei grossi rischi per via degli ordigni inesplosi, soltanto per dare una più degna sepoltura a dei soldati tedeschi morti in combattimento. Le cassettine di zinco, in cui depone le spoglie dei soldati, vengono trasportate nella Chiesa di Santa Maria della Pietà. È la chiesa più antica del Borgo Scacciaventi di Cava, ed è lì che Lucia Apicella si reca a pregare ogni mattina fino al 1980, anno in cui, a causa del terremoto, la chiesa è dichiarata inagibile. Il lavoro era pericoloso, ma alla fine del 1944 aveva raccolto oltre 700 corpi con diversi documenti e segni di riconoscimento.

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