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Confindustria Salerno lancia Industria 4.0: un confronto sul tema

SALERNO. La locale Amministrazione di Confindustria ha ospitato una giornata di studio e confronto sui temi dell’Industria 4.0 e sul ruolo della formazione come leva strategica per lo sviluppo, organizzato da C.S.P.S. Centro Studi per la Programmazione e lo Sviluppo e da  Form & ATP. L’evento è stato patrocinato da Confindustria Salerno e finanziato nell’ambito dei piani formativi dell’avviso 5/2015, finanziati da Fondimpresa. Importanti esponenti del mondo accademico, sindacale e dell’impresa, a livello locale e nazionale, sono intervenuti nel corso dei lavori dai quali è emersa la necessità di una profonda sinergia per adeguare la formazione, la produzione, l’organizzazione nella prospettiva dell’Industria 4.0 rendendo così la Campania e l’Italia competitive nello scenario della competizione globale.

Francesco Castagna (Università Federico II di Napoli) ha fornito un macro quadro dell’attuale scenario economico, politico ed industriale, mentre Federico Della Rocca (Salvagnini SpA) e Pasquale D’Acunzi (F.lli D’Acunzi srl) hanno descritto le strategie di innovazione e riorganizzazione del lavoro aziendale. Della Rocca ha descritto l’implementazione delle modalità di lavoro WCM (World Class Manufacturing) all’interna del gruppo Salvagnini, mentre D’Acunzi, rappresentante dell’industria agro – alimentare campana, ha sottolineato come la pur fondamentale automatizzazione dei processi di lavorazione dei prodotti alimentari, in particolare dei pomodori San Marzano, non potrà mai sostituire il tocco, la vista e le conoscenze dei lavoratori. D’Acunzi ha inoltre fatto presente come sia importante sfruttare le potenzialità fornite dalle nuove tecnologie per incentivare l’export di prodotti tipici del Made in Italy e per combattere frodi e contraffazioni.

Si è poi svolta la tavola rotonda dal titolo “La formazione continua: le buone prassi a confronto”. Gerardo Gambardella (Presidente Piccola Industria Salerno) ha sottolineato l’importanza dell’impiego della tecnologia per aumentare la competitività delle imprese, non a danno dei lavoratori. Compito dell’imprenditore è dunque garantire l’ottimale ricollocazione del lavoratore all’interno dell’impresa dopo la fase di formazione. Confindustria, ha osservato Gambardella, si è inoltre da tempo aperta verso il mondo della scuola e della formazione, promuovendo ed aderendo, ad esempio, ad iniziative di alternanza scuola – lavoro.

Amarildo Arzuffi (Direttore Area Formazione Fondimpresa) ha fornito una panoramica dei programmi di Fondimpresa, stanziati per la formazione continua e l’educazione dei lavoratori adulti, partendo dall’analisi di alcuni dati relativi all’industria italiana: riduzione del 16% degli occupati nell’industria dal 2007 al 2015, scarsità di investimenti nell’educazione, forza lavoro tendenzialmente poco qualificata e con un’età elevata, superiore ai 40 anni. Per questi motivi, ha osservato Arzuffi, la formazione è concentrata su aspetti apparentemente semplici, come lo studio della lingua inglese. Gli investimenti di Fondimpresa negli ultimi anni sono stati significativi: 78 milioni di euro per la prima e 33 milioni per la seconda tornata del bando “Competitività”, 10 milioni per il bando “Innovazione”, 15 milioni per il bando “Competitività ambientale”.

Antonello Gisotti (Segreteria nazionale FIM CISL), Maurizio Marcelli (Segreteria nazionale FIOM CIGL), Luca Maria Colonna (Segreteria nazionale UILM UIL), Gabriele Cardia (Federalimentare), Stefano Bianchi (Segreteria nazionale FLAI CGIL) hanno evidenziato le sfide del mondo sindacale rispetto a nuove forme di organizzazione del lavoro in contesti caratterizzati da innovazione. Aspetti comuni dei loro interventi sono stati il diritto alla formazione continua dei lavoratori, la formazione come valorizzazione delle professionalità, la necessità che gli interventi formativi sia attentamente profilata in base alle esigenze specifiche di ciascuna impresa.

Luca Galdi (SIP & T) ed Ambra Altavilla (Cerme), rappresentanti del mondo dell’imprenditoria salernitana, hanno fornito testimonianze sull’attuazione di strategie di innovazione ed ammodernamento dei processi produttivi e formativi all’interno delle rispettive realtà aziendali, sottolineando l’importanza della formazione del personale operaio, impiegatizio e degli stessi imprenditori.

Gli interventi di chiusura dei lavori sono stati affidati a Chiara Marciani e Bruno Scuotto.

Chiara Marciani, Assessore alla Formazione e alle Pari Opportunità della Regione Campania, ha sottolineato la centralità del tema della formazione per la giunta regionale, in termini di aggiornamento professionale costante e continuo del personale delle piccole e medie imprese, fulcro e cuore del settore produttivo campano, di formazione degli imprenditori per far fronte alle sfide del mercato globalizzato, e di opportunità di riqualificazione di figure professionali all’interno delle imprese. Un impegno sottolineato dall’azione di programmazione e dagli investimenti stanziati dal governo regionale.

In Campania, ha ricordato l’Assessore, sono presenti circa 500 enti di formazione: è necessario dunque innalzare il livello della formazione da essi erogata, prevedendo un sistema di rating che renda immediatamente evidente, in maniera chiara, il valore di ciascuna proposta formativa.

Occasioni come il convegno di stamattina, ha concluso l’Assessore Marciani, sono un “sacco lanciato nello stagno”, un’occasione importante per avviare un fondamentale lavoro di squadra tra attori istituzionali, imprenditoriali e sindacali finalizzato ad un uso il più possibile efficiente ed efficace dei fondi a disposizione per la formazione dei lavoratori.

A concludere i lavori, Bruno Scuotto (Vice Presidente Piccola Industria Confindustria Nazionale), che ripercorrendo gli elementi salienti e gli spunti più significativi degli interventi corso della mattinata ha evidenziato come, in epoca di fabbrica 4.0, innovazione e capacità di innovare vadano di pari passi con la capacità delle imprese di essere competitivi. Entrambi questi elementi, ha continuato Scuotto, dipendono dalle capacità e qualità del capitale umano. Il coinvolgimento di tutti i livelli aziendali nella filiera formativa diventa quindi fondamentale, e lo è ancora di più per le PMI, che si trovano ad affrontare un nuovo mercato, con consumatori estremamente informati e personalizzati nelle preferenze.

L’impresa 4.0, ha concluso Scuotto, non è un’impresa in cui il lavoro è sparito, né assisteremo, nel prossimo futuro, all’ascesa dei robot a danno dei lavoratori. Macchine ed uomini non sono due mondi separati, ed il lavoratore umano sarà sempre fondamentale. La vera sfida del 4.0, infatti, è porre le persone al centro del sistema, non viceversa, e la formazione costante, anche in termini di comunicazione esterna, ha un ruolo centrale. L’evento è stato finanziato nell’ambito dei piani formativi di Fondimpresa.

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