Cronaca

Coronavirus, morto un anziano contagiato all’Umberto I di Nocera Inferiore: la vittima è Attilio Giordano

Coronavirus, è deceduto un altro anziano contagiato nel reparto di chirurgia dell’Umberto I di Nocera Inferiore. La vittima è Attilio Giordano, pensionato di Pagani, classe 38. È morto lunedì sera all’ospedale di Eboli dove era stato trasferito circa una settimana fa.  «Chiudiamo l’ospedale Umberto I, altrimenti non ne usciamo più», dicono i sindaci di Nocera Inferiore e Nocera Superiore, Manlio Torquato e Giovanni Maria Cuofano.

Morto un anziano contagiato all’Umberto I di Nocera Inferiore

Ennesimo infetto del reparto di chirurgia dell’Umberto I di Nocera Inferiore. Nella giornata di ieri, inoltre, si sono aggiunta alla lista dei positivi anche un altro chirurgi e un’infermiera. Sono entrambi di Nocera Superiore e sono stati trasferiti nel reparto di malattie infettive del polo Covid di Scafati.

L’ira del sindaco Torquato

“Siamo molto preoccupati – ribadisce Torquato – Quindici soggetti infetti che si sono riversati sui territori negli ultimi giorni sono riconducibili al focolaio ospedaliero. Mi è giunta, tra l’altro, notizia che uno dei chirurghi contagiati in quel reparto, prima di sapere della sua positività, e non più tardi della giornata di venerdì scorso, abbia partecipato anche a riunioni in ospedale, con altri colleghi. La situazione, insomma, diventa sempre più difficile da gestire».

La proposta di Giovanni Maria Cuofano

Giovanni Maria Cuofano ripropone l’idea di predisporre alloggi temporanei per medici, infermieri e personale socio sanitario, utilizzando aree a ridosso dell’ospedale. «Avevamo già proposto, per le vie brevi, questa soluzione ai vertici dell’Asl – conferma Cuofano – Ci sono spazi, nei pressi della caserma rossa e del campo sportivo, che potrebbero essere utilizzati per consentire al personale sanitario impegnato nell’emergenza, quindi a rischio contagio, di restare in zona, senza spostarsi per tornare a casa. In alternativa, chiediamo che venga chiuso momentaneamente l’ospedale, per far sì che vengano riorganizzati i protocolli di sicurezza all’interno, a tutela di tutti».

 

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