Economia

Nasce la grande "Bcc", Battipaglia è capofila

BATTIPAGLIA. Presentato il piano industriale, ora manca solo l’ok di Bankitalia per procedere alla fusione tra la Cassa Rurale ed Artigiana Bcc di Battipaglia e Montecorvino Rovella, la Banca di Salerno Credito Cooperativo e la Banca di Credito Cooperativo di Serino. Un matrimonio da cui nascerà la Banca di Credito Cooperativo più grande di tutto il Sud Italia. La fusione sarà per incorporazione: la Bcc di Battipaglia e Montecorvino Rovella ingloberà le consorelle di Serino e Salerno. La sede principale resterà quella di Battipaglia, ma cambierà il nome. I tempi di realizzazione concreta del progetto non sono brevissimi. Si parla di un arco temporale di circa un anno.

Il piano a Bankitalia

Il piano industriale che guida la fusione è un piano di sviluppo: non ci saranno tagli al personale, che sarà composto da 220 dipendenti. Dei quali, 135 provenienti dalla Bcc di Battipaglia, 53 da quella di Salerno e 32 da Serino. Gli sportelli complessivi all’atto della fusione saranno 29 (19 della Cassa Rurale di Battipaglia, sette della Banca di Salerno e tre della Bcc di Serino). Nel piano triennale è previsto un graduale ampliamento dell’area di competenza. I Comuni della nuova Banca saranno 92. In alcuni di questi sono previste nuove filiali. Nasceranno dei comitati locali, che consentiranno la partecipazione attiva dei soci di tutti i territori alla vita della banca. Il cda della nuova Bcc sarà composto da tutti i membri del Consiglio della Bcc di Battipaglia, integrato dalla presenza di due rappresentanti della Banca di Salerno ed altri due dalla Bcc di Serino.

Il vertice delle “consorelle”

La scorsa settimana si è tenuto l’incontro decisivo tra i cda, i collegi sindacali e le direzioni della Bcc di Battipaglia e Montecorvino Rovella, la Banca di Salerno Credito Cooperativo e la Banca di Credito Cooperativo di Serino, in vista della fusione. Nel corso dell’incontro sono anche state illustrate da Francesco Romito di Ernst & Young, le linee guida del piano presentato a Banca d’Italia. I consigli d’amministrazione delle tre Bcc ora sono in attesa dell’approvazione del piano da parte di Banca d’Italia per poi convocare le assemblee straordinarie che dovranno ratificare la fusione. A quel punto si procederà alla fase esecutiva. Piena condivisione al progetto è arrivata, nel corso dell’incontro della scorsa settimana, dal presidente della Cassa Rurale di Battipaglia, Silvio Petrone, dal presidente di Banca di Salerno, Angelo D’Amato, e dal presidente della Bcc di Serino, Paolo De Vivo, oltre che dagli altri consiglieri presenti. Al tavolo della riunione c’erano anche il presidente della Federazione Campana delle Banche di Credito Cooperativo, Lucio Alfieri, ed il direttore, Francesco Vildacci. Proprio da Alfieri sono giunte parole di pieno apprezzamento e condivisione all’operazione, vista anche nel quadro della riforma che sta interessando il credito cooperativo italiano. I singoli consigli di amministrazione delle tre Bcc avevano già, nelle scorse settimane, deliberato il loro parere favorevole alla fusione.

I numeri della nuova Bcc

Nascerà, partendo da Battipaglia, la più grande delle Banca di Credito Cooperativo del Mezzogiorno, con oltre ottomila soci, 130 milioni di euro di patrimonio, 200 dipendenti, 29 filiali, per un territorio che abbraccerà l’intero centro della Campania, spaziando tra le province di Salerno e Avellino, per un totale di 53 comuni. Con una popolazione servita, al momento della fusione, di circa 730mila persone e oltre 53mila imprese produttive. E in cui la Cassa Rurale risultante dalla fusione rappresenterà oltre il 12% di tutti gli sportelli bancari del territorio. «Questa fusione arriva in un momento storico particolare in cui il mondo bancario sta cambiando – sottolineato il presidente Petrone – I grandi gruppi multinazionali lo stanno facendo secondo le loro esigenze, ma anche alla cooperazione di credito è richiesto un modo nuovo e più fedele di essere cooperativa. La fusione con Salerno e Serino rientra nella logica di un riposizionamento strategico su territori in cui i semi del credito cooperativo hanno già dato frutti e hanno un’importante presenza».

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