Cronaca

Nonna uccisa da nipote a Paestum, parla la preside del liceo di Agropoli

Nonna uccisa da nipote a Paestum, parla la preside del liceo di Agropoli: "Noi siamo vicini a lei e alla sua famiglia"

Dal liceo Gatto di Agropoli arriva la lettera sulla vicenda di Capaccio Paestum, dove una nonna è stata uccisa dalla nipote. La 17enne R.C. studentessa del liceo di Agropoli, è accusata di omicidio della nonna, Ermenegilda Calenda come riportato dall’edizione odierna del quotidiano Il Mattino.

Nonna uccisa da nipote a Capaccio Paestum, parla la preside del liceo Gatto di Agropoli

La dirigente scolastica Anna Vassallo scende in campo al fine di tutelare l’immagine della sua scuola, dei suoi studenti e docenti. Il suo pensiero, in particolar modo, è rivolto alla sua studentessa 17enne accusata di omicidio della nonna. Nel comunicato della scuola, infatti, si legge:

“Noi siamo vicini a lei e alla sua famiglia. Addolorati per la morte della nonna, angosciati per lei e per il suo futuro. Ha solo 17 anni. Non conosciamo i fatti violenti in cui è stata travolta, ma la ricordiamo, bella e sorridente, tra i banchi di scuola. Attendiamo, fiduciosi, la verità e ci auguriamo che finisca il massacro mediatico in atto perché offende ed indigna. Nessuna persona è definibile per sottrazione! E nessuna persona può essere condannata senza un giusto processo che si fondi sulla verità”

Una forte presa di posizione quella della preside del liceo Gatto di Agropoli:

“La nostra scuola ha vissuto e sta vivendo un momento difficile, di profondo dolore, ma anche di condivisione di sentimenti, di emozioni, di riflessioni. La sofferenza per la nostra studentessa ci avvicina e ci tiene uniti a darci forza e speranza. Nei giorni scorsi, siamo stati letteralmente assediati da giornalisti in cerca della notizia bomba, di quella ad effetto speciale che potrebbe aumentare l’audience a dismisura. Ed è così che, come sempre accade, un dramma umano ha assunto i toni ei colori dello spettacolo! Quanti dibattiti, discussioni, pareri di illustrissimi esperti, ipotesi e tesi su cui argomentare in modo acceso e, spesso, irriverente.

Irriverenza ed indifferenza: parole cattive per offendere, per suscitare odio e indignazione, per allestire tribunali, giudicare, sanzionare e condannare. Senza appello! La nostra comunità, studenti, docenti, personale scolastico, ha scelto il silenzio in segno di rispetto per la famiglia e per il dramma che stava vivendo perché la nostra studentessa non è solo quel gesto drammatico ed incomprensibile, ma è anche figlia, compagna, amica”.

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