CronacaPolitica

Pontecagnano, Anastasio torna in consiglio e fa l'artista: «io come il calunniato di Botticelli»

PONTECAGNANO FAIANO. Antonio Anastasio è tornato questa mattina tra i banchi del consiglio comunale di Pontecagnano Faiano.

Il suo intervento non è passato di certo inosservato.

Lo riportiamo integralmente.

“Intervengo oggi in questa assise comunale dopo un periodo di assenza dovuta a vicende giudiziarie note. Premetto che il periodo da me trascorso in “vinculis” mi ha profondamente segnato, ed è per questo che voglio ringraziare tutti coloro che mi sono stati vicino ed hanno mostrato piena fiducia in me e nell’operato della giustizia: in primis la mia famiglia e i miei figli, i tanti amici, i colleghi consiglieri Smarra e Lamberti che, pur mantenendo la propria autonomia all’interno dell’assise, hanno dimostrato un enorme senso di correttezza istituzionale e personale nei miei confronti. Ringrazio, inoltre, il consigliere Paolillo e i consiglieri di opposizione tutti per la vicinanza dimostratami e trasmessa tramite i miei familiari. Provo invece indifferenza totale per chi ha fatto e continua a fare sciacallaggio politico sulla mia vicenda offendendo, pur ricoprendo cariche istituzionali, la mia figura di uomo, di padre e di persona perbene. Voglio sottolineare che, al di là delle situazioni contingenti nella quali avevo ritenuto di prendere affrettatamente decisioni sulla mia carica istituzionale poi non ratificate nelle forme di rito e comunque non rilevanti sotto il profilo giudiziario, la mia presenza in questo consiglio vuole essere un modo, anche per rispetto ai miei avi, di continuare a servire con onore la comunità intera di Pontecagnano Faiano che rappresento con spirito di servizio e lealtà istituzionale come ritengo di aver sempre fatto nella mia azione politica in tutti i ruoli che ho ricoperto.

Un amico che studia filosofia, che ho conosciuto in un posto nel quale non manderei nemmeno il mio peggior nemico, mi ha detto: “Tu sei come il calunniato nel quadro di Botticelli, che viene portato in un salone di marmo, trascinato nudo mentre tutti lo punzecchiano e con Re Mida con le orecchie d’asino a guardare. Fortunatamente a giudicare oggi non c’è Re Mida ma una magistratura seria ed una giustizia seria che deve continuare a fare il suo mestiere nell’interesse pubblico. Alla luce delle mie dichiarazioni, nel ribadire la mia piena fiducia e rispetto nella magistratura, riassumo il mio percorso politico a servizio dei miei concittadini”.


La calunnia di Botticelli


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