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Unisa, Stefano Pignataro: «numero chiuso a Lettere necessario. Si rischiava la chiusura della facoltà»

All’Università di Salerno, dal prossimo anno anche chi vorrà iscriversi al Corso di Laurea Triennale di Lettere dovrà affrontare un test. Dopo Sociologia, un’altra facoltà umanistica a numero programmato per l’ateneo campano.

La decisione di inserire il numero programmato anche per il Corso di Laurea Triennale di Lettere deriva da predisposizioni ministeriali. Secondo il Miur, il numero degli studenti deve infatti essere proporzionato al numero dei docenti.

In merito, è intervenuto Stefano Pignataro, presidente del Consiglio degli Studenti DipSUm dell’Università di Salerno, dell’associazione Linguisticamente-gruppo Futura.

Ecco le sue parole.

«Insieme agli altri rappresentanti degli studenti Marianna Rago, Valeria Della Polla, Elena Fasolino, abbiamo votato contro il provvedimento che prevedeva l’inserimento del numero programmato nella Facoltà di Lettere all’Università di Salerno. Abbiamo votato contro perché riteniamo che lo studio deve essere sempre libero ed ognuno deve avere il diritto di laurearsi.

Vi si deve fare una precisazione però su alcuni punti: il Consiglio di Facoltà ha lavorato su precisa proposta del Consiglio di Dipartimento tenutosi il 1 febbraio (il consiglio ha deliberato l’8 febbraio) ed in quel Consiglio, anche se non si è effettuata alcuna votazione, avevo già espresso il mio parere contrario.

Mai come questa volta, il Consiglio di Facoltà ha lavorato serenamente e tutti i componenti, dai professori al Presidente del Consiglio prof. Charmaine Anne Lee erano dalla parte degli studenti e fortemente contrari.

Stavolta la decisione è stata necessaria, purtroppo, per motivi di burocrazia che già sono stati elencati: la mancanza di docenti da reclutare per numeri così affollati per la Facoltà di Lettere, dato che fa sorridere se si pensa alla penuria di posti per professori universitari in tutto l’Ateneo: praticamente il Consiglio di Facoltà ha dovuto limitare il numero di iscritti alla Facoltà di Lettere (facoltà che secondo molte idee comuni, evidentemente non vere, sarebbero in crisi) per mancanza di docenti incardinati.

Dal mio punto di visto, però, ho cercato di spiegare anche essendo, ripeto, contrario al numero programmato, quali potrebbero essere i vantaggi: il test per l’accesso (la cui selezione non sarebbe estremamente selettiva, dato i 200 studenti), sarà realizzato da docenti già membri da anni della Commissione test d’ingresso e saranno test validi a scegliere quali saranno gli studenti capaci di affrontare un percorso di studio sereno e meritato: non domande assolutamente non in linea con i programmi come a volte succede nei famigerati test di medicina, ma domande di comprensione testo e di nozioni fondamentali di letteratura italiana. Verrà premiato il merito.

Sono del parere che la facoltà di lettere deve essere frequentata da studenti che abbiano a cuore il volersi pienamente realizzare facendo un lavoro che sia massima espressione delle loro capacità e debba essere frequentata da ragazzi e ragazzi appassionati e colti, che si interessino, da intellettuali gramsciani secondo la lezione di Edoardo Sanguineti e di tanti altri, il tempo dei “topi di biblioteca” che stanno nel loro angolino impolverato, senza disturbare ed essere disturbati, è finito o mi auguro che sia mai esistito. Purtroppo, per molti anni l’Ateneo veniva giudicato in base ai fuori corso ed ogni fuori corso era un peso perché significava perdita di fondi. L’Università, che non è un mercato o un’azienda che deve sfornare un prodotto, ma un cervello, non ha mai considerato giustamente i fuoricorso un peso e sono sempre stati utilizzati fondi per i corsi di recupero.

Mi auguro che questo numero programmato, che abbiamo dovuto inserire per pura necessità (si rischiava la chiusura della facoltà se non fosse stata a norma con i numeri), possa ancora premiare le eccellenze dei ragazzi che studiano lettere all’Università di Salerno. Che sono la maggior parte».

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