Salernitana, batti un colpo. A Foggia subito la reazione

Lo 0-0 dell’ “Arechi” contro il Melfi, dove la Salernitana poteva rischiare un’autentica goleada se non fosse stato per Gori e le sue parate, non ha fatto di certo piacere ai quasi 8000 spettatori presenti sulle gradinate né tanto meno alla società che già dalla partita prossima di sabato allo stadio “Zaccheria” di Foggia ha chiesto un immediato cambio di rotta alla squadra. Se fino a pochi giorni fa i problemi venivano colmati dalle vittorie (quattro vittorie consecutive e un pareggio in cinque giornate), dopo il pari di sabato tutti i nodi sono venuti al pettine. Nell’immediato post partita, Fabiani aveva puntato l’indice contro quei giocatori “non mentalizzati” accusandoli di scarso impegno ed invitandoli, chi non se la sentisse, a fare le valigie e farsi da parte. In questo senso va letta la presenza di ieri alla ripresa degli allenamenti del direttore sportivo, che ha dapprima parlato a lungo con Menichini per poi passare alla squadra. “Vietato sbagliare, chi non se la sente più può anche andarsene, a Foggia la società si attende un immediato riscatto”, queste più o meno le parole che Fabiani ha pronunciato al chiuso del “PalaVolpe” ai giocatori. Parole che trovano il pieno sostegno del co-patron Lotito che sulle colonne del quotidiano ‘La Città’ rincara la dose e dice: «Nessuno è a Salerno per svernare. Fabiani ha la delega della proprietà per poter agire e sta lì di proposito per intervenire quando c’è bisogno di scuotere. Tutte le azioni che metterà in campo, se volte al recupero della qualità delle persone e tese anche a farle esprimere al meglio in partita, hanno il nostro avallo e sono ben accette. Non entro  nel merito delle scelte, non mi sostituisco a lui. Faccio-ha continuato Lotito-250 chilometri, vengo allo stadio, mi aspetto una squadra volitiva, noto delle cose, do l’input e condivido miei pensieri con chi ha fiducia e delega ma non travalico le competenze. Ci sono ruoli e ci sono regole. Le cose di società e le soluzioni restano interne alla società e le condividiamo noi, ovviamente non le mettiamo in piazza né le spiattelliamo sui giornali. Siamo per la politica del fare e non del proclamare. Nessuno-ha tuonato il patron-deve dare nulla per scontato: come proprietà e società siamo molto vigili, su tutto».

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