Occhio in cucina

La Vitalba, la pianta tossica usata per zuppe e frittate

Cresce principalmente nei terreni incolti la pianta di Vitalba, un arbusto proveniente originariamente dalla vite alba, cioè dalla vite bianca, e appartenente alla famiglia delle Ranuncolacee.

È una pianta ormai nota soprattutto per la sua capacità infestante. Si può facilmente trovare in boschi, orti, giardini e anche tra le crepe dei muri, tende a invadere e soffocare altri alberi.



Durante la sua crescita si aggrappa ad ogni tipo di sostegno producendo una sorta di liane. Non è una pianta facile da eliminare una volta che si è insediata su altre specie vegetali. Si allunga oltre i 20 metri, ha un profumo molto tenue, simile a quello del biancospino. Contiene sostanze, quali alcaloidi e saponine, in grado di esercitare un effetto potenzialmente velenoso sull’uomo. Spesso viene anche utilizzata come scopo ornamentale su muri e porticati.

La Vitalba nell’antichità

Questa pianta era chiamata “erba dei pezzenti” poiché i medicanti la utilizzavano per procurasi ulcere e vesciche sulla pelle per suscitare compassione dei passanti e ottenere l’elemosina. In passato questa pianta era anche rinomata per le sue proprietà medicali. Un tempo l’infuso di foglie essiccate veniva usato come diuretico, mentre i germogli, cotti e lasciati in infusione avevano azione purgativa.

Per la cura della scabbia si usava anticamente l’olio ricavato dalla macerazione delle foglie. Sia Plinio che Dioscoride segnalavano la pianta per risolvere o rimuovere questo problema. La macerazione ottenuta dalla pianta fresca veniva impiegata come analgesico in casi di nevralgie e nevriti o, come detergente.

I tronchetti essiccati della pianta venivano usati come sigari, in alcune regioni anglosassone era chiamata Smoking cane, canna da fumare o shepherd’s delight, delizia dei pastori.
Oggi l’uso della Vitalba e quasi scomparso a causa dei potenziali effetti tossici che la rendono rischiosa per la salute.



Nella cucina non si è perso del tutto l’uso della Vitalba, si preparano ancora delle zuppe o la gustosa frittata di uova, soffriggendo solo i germogli freschi nell’olio bollente (i germogli freschi hanno un basso tasso di tossicità) si versano le uova sbattute sale pepe e per chi preferisce del caciocavallo, in cucina ha un sapore simile agli asparagi.



Cosa c’è da sapere sulla Vitalba

Nel linguaggio dei fiori, la vitalba indica l’intelligenza limpida e onesta.

I romani adoravano particolarmente la C. vitalba, che facevano crescere accanto ai muri delle loro abitazioni, perchè la consideravano preservatrice dai temporali.

I tralci della pianta venivano usati per farne cesti, gerle o legare le fascine della legna.

È il fiore dei sognatori, degli addormentati, di coloro che hanno uno scarso interesse per la vita. E’ il fiore per le persone che tendono ad essere altrove con la mente, in fantasie personali, in illusioni su un futuro migliore e scarso interesse per il mondo presente.

Clematis, è il fiore dell’artista, del creativo, dello scrittore e di colui che cerca ispirazione.

Nel linguaggio dei fiori, la vitalba indica l’intelligenza limpida e onesta.

Il fiore allevia i disturbi emotivi.

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