Cronaca

Camorra a Salerno: ecco le famiglie più potenti della Provincia, la relazione della Dia luglio-dicembre2018

[titolo_paragrafo]Le operazioni delle forze dell’ordine sulla provincia di Salerno[/titolo_paragrafo]

Al riguardo, nel mese di novembre, la DIA di Salerno ha applicato la misura cautelare degli arresti domiciliari ad una componente della famiglia ZULLO di Cava de’ Tirreni (SA), articolazione del clan BISOGNO, responsabile del reato di usura. La misura è stata poi convertita, il 7 dicembre, nella detenzione in carcere, poiché la donna, dalla sua abitazione, aveva continuato a gestire il clan.

Altro campo d’azione privilegiato dalle consorterie salernitane è quello dei reati economico-finanziari (riciclaggio e auto-riciclaggio), finalizzati al reinvestimento di capitali illeciti, prevalentemente nel settore immobiliare, nella gestione di esercizi commerciali e nell’edilizia privata.

Tali condotte – che interessano il Capoluogo, l’agro Nocerino-Sarnese, la costiera amalfitana, la Piana del Sele e il Cilento – finiscono per alterare in modo significativo il libero mercato attraverso l’imposizione di prezzi, prodotti o la fornitura di servizi.

Anche l’infiltrazione negli appalti – per la realizzazione di opere pubbliche, per la fornitura di servizi (particolare delicatezza riveste quello di raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi urbani), per la manutenzione delle infrastrutture e dei beni del demanio – continua a rappresentare un settore di primario interesse delle organizzazioni criminali, che vede coinvolti anche imprenditori e funzionari pubblici infedeli. La corruzione di quest’ultimi rappresenta il grimaldello che consente alle organizzazioni camorristiche di infiltrarsi nella pubblica amministrazione e di condizionarne la gestione.

Laddove i tentativi di corruzione dovessero risultare vani, si assiste ad una escalation criminale che passa dalle minacce alle intimidazioni vere e proprie, come accaduto nel comune di Agropoli, in cui si sono registrate una serie di azioni intimidatorie da parte del locale gruppo MAROTTA, per indurre il Sindaco ad assegnare posti di lavoro e alloggi popolari agli affiliati.

Come accennato, le attività delinquenziali più diffuse nella provincia sono il traffico e lo spaccio di stupefacenti, che vengono approvvigionati da fornitori provenienti prevalentemente dall’hinterland partenopeo. Sono state comunque scoperte coltivazioni, ancorché non particolarmente estese, di marijuana, destinata al mercato locale.

Scendendo nel dettaglio delle dinamiche che interessano il Capoluogo, si segnala ancora l’operatività dello storico sodalizio D’AGOSTINO, che ha retto al tentativo di “scalata”, alcuni anni or sono, da parte di gruppi composti anche da giovani leve, che volevano approfittare dello stato di detenzione in regime ex art. 41 bis o.p. del capo clan. La recente scarcerazione di soggetti dall’indiscusso profilo criminale, unitamente alla presenza di nuove leve delinquenziali prive di scrupoli, avrebbe riacceso i contrasti per affermare la leadership criminale in alcune zone cittadine, dove gestire il traffico di stupefacenti, l’usura, le rapine e le estorsioni.

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